2001. A Nassjo, paese natio dei Backyard Babies è ormai passato il kaos generato dall'album che in Svezia ha fatto razzie 3 anni prima, ossia "Total 13". Ma i 4 rocker dopo un tour in Europa e Giappone si sono rimessi al lavoro per far gioire fan e accaparrarsene altri, e ne è uscito "Makin' Enemies Is Good", album che li ha fatti conoscere ancor di più, li ha fatti amare (sempre nel loro piccolo, non erano e non sono star a livello mondiale, ma in Svezia i loro album rimangono in chart per mesi ai primissimi posti...) e li ha fatti anche bersaglio di critiche.
Cominciamo con la descrizione di questa loro fatica, che inizia con una traccia introduttiva (così come l'album seguente, "Stockholm Syndrome"), dal titolo che è tutto un programma: "I Love To Roll" "... Sex... say what? Drogs... say what? Rock!! say what? I love to roll with that!!". Bene, la canzone è dal riff molto glam, e nel cantato troviamo traccia di una donna che chiede "Say what?" al gruppo, che canta in coro. Ottimo inizio, divertente e allegro. Si passa a "Payback", la canzone di certo più aggressiva dell'album, dove Dregen (primo chitarrista) e il cantante cantano il ritornello all'unisono. Nota: rispetto al precedente "Total 13" il cantate è migliorato, lo si capisce da subito, meno monotono (anche se grazie alle fantastiche tracce di quell'album non lo si sentiva molto), grazie anche all'accompagnamento di Dregen, che fa la sua sporca figura con la voce limpida e alta. Dopo la bomba della seconda traccia arriviamo al singolo che ancor oggi passa molto volentieri su rock tv, ossia "Brand New Hate", traccia numero 3. E' la punta di diamante dell'album, orecchiabile, originale, con un suono stranamente artificiale che comunque non stona (non me ne intendo molto di chitarra purtroppo, non insultatemi...). La canzone ha nel mezzo un rallentamento dopo il quale parte lo stupendo assolo del chitarrista, potente e devastante nonostante (scusate la rima) la ridotta durata. Si passa ad una song più lenta delle prime 3, "Colours", pezzo bellissimo dove la voglia di rompere il culo a suon di riff, assoli graffianti e frasi "eccentriche" fa spazio a un atmosfera calma (occhio, è sempre una canzone rock, batteria ben presente e chitarre pure) dove il cantato e più calmo, ed il titornello si intona subito, quasi si conoscesse da una vita: "Some Things Are Not Just Black And White, Somebody's Gotta Shine In Colours And It Could Be Me...". Credo che sia una canzone sottovalutata, forse per l'aspettativa dell'album "spaccatutto" che in molti avevano e non hanno accettato una cura compositiva altrettanto alta ma con un impostazione mentale diversa, che ha fatto spazio a canzoni rock più classiche e meno veloci... La traccia 5 è "Star War" scritta e cantata dal chitarrista, Dregen, (accompagnato comunque dal primo cantante) forse la meno interessante dell'album, ma si apprezza comunque la bella voce e l'originalità del pezzo. Si passa alla sesta canzone, secondo singolo dell'album, pezzo più cupo del hit "Brand New Hate", ma altrettanto graffiante, sicuramente orecchiabile. Il gruppo dimostra una maturità rassicurante, con picchi compositivi eccezionali, un gusto che riesce ad abbinare potenza a orecchiabilità e divertimento, di certo dote rara. Ci dobbiamo fermare alla traccia 7, "My Demonic Side", pezzo altresì convincente e riuscito, molto, molto riuscito, con un ritornello per certi versi ovvio e scontato, ma di certo piacerà..."Would You Follow Me To Hell And Back? Are You Livin' In A Brocken Dream?...". Ogni canzone non è mai monotona, mai in stile punk, con riff ripetuti fino al vomito, ma strofe e ritornelli lasciano spazio a cambi di ritmo, assoli mai fuori luogo e il cantato segue molto bene la musica.
Ok, mi sto dilungando troppo... La traccia 8 è un altra canzone spinta e veloce: "The Kids Are Right", dal ritornello che ti si piazza in testa e non ne esce più. Segue "Ex-Files", che tenta di bissare il successo del lento di "Total 13" "Highlights", riuscendoci solo in parte: il risultato è un ottima canzone, ma forse troppo scontata, non decolla e non riesce a creare un'atmosfera coinvolgente... peccato.
"Heaven 2.9" è uno dei miei pezzi preferiti, allegro come pochi altri dei ByB; La voglia di saltare per la camera è forte, così come la voglia di cantare a squarciagola strofe, ritornello e di imitare i gesti degli amati rocker svedesi. Le ultime 3 canzoni sono un discorso a parte: le tracce 11 "Too Though To Make Some Friends" e 13 "Bigger w/a Trigger" sono potenti e dirette, ma non si discostano molto da pezzi precedenti. Non sto dicendo che sono da buttare, sono belle canzoni che si fanno ascoltare molto bene, ma i nostri amici potevano darci dentro un pò di più con la fantasia, date le doti musicali non indifferenti. Fa eccezione la splendida ballata "Painkiller", dalla composizione differente rispetto a tutte le altre; non manca di certo uno splendito ritornello, ma sia la lunghezza, oltre i 5 minuti, che l'atmosfera creata si discostano dalle altre canzoni di questo "Makin' Enemies Is Good", album bello e convincente, ma che segna una seppur leggera svolta di questo gruppo nato con il Glam.
Ora sta a voi, io ho amato la loro musica, la amo tutt'ora, ma non esigo nè album spaccatutto nè canzoni esagerate. Se, come me, non avete queste prerogative e volete solo godere di un pò di Rock 'n Roll, allora questo gruppo e questo album fanno al caso vostro.
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