Questa volta mi accingo a parlarvi di un disco mai uscito per nessuna casa discografica... no, non si tratta del demo della mia band sgangherata, ma vorrei raccontarvi di una manciata di canzoni dello storico gruppo di Eddie Vedder prima che entrasse a far parte dei Pearl Jam, ovvero i "Bad Radio".

Eddie Vedder (23 dicembre 1964), nato a Evanston a nord di Chicago, Illinois con il vero nome di Edward Louis Seversen III, iniziò ad ascoltare musica rock da adolescente, infatuandosi di gruppi come "The Who", "Neil Young" e i "Doors", ma adorando anche il punk dei "Clash", "Ramones" e "Minor Threat".
Intorno a 20 anni la sua residenza si alternava tra Chicago e San Diego, dove aveva trovato impiego come benzinaio notturno e cantante nella sua prima vera band, i "Bad Radio". A San Diego, Eddie conobbe l'ex batterista dei "Red Hot Chili Peppers", Jack Irons, che gli diede un demo datogli a sua volta da altri amici che cercavano un cantante: Stone Gossard e Jeff Ament degli appena defunti "Mother Love Bone". Vedder scrisse i testi, registrò la sua voce sulla cassetta, e la rimandò indietro a Seattle. Gossard e Ament rimasero positivamente colpiti dalla voce di Vedder, lo invitarono a Seattle e registrarono con Vedder prima 2-3 brani per i "Temple of Dog" con Chris Cornell e poi il vero e proprio debut album dei Pearl Jam... il famigerato "Ten". Ma questa è la storia dei Pearl Jam.

La preistoria si chiama anche e soprattutto "Bad Radio", ed è fatta di serate in giro per locali puzzolenti, di enormi sacrifici, sale prove topaie, strumentazioni da 4 soldi e di sogni di fama e gloria che si sono realizzati solo peril fortunato Eddie Vedder. Le registrazioni risalgono al biennio 1988/1989, e si trovano solo in rete, per merito di qualche appassionato che ha sapientemente trasformato quegli splendidi vecchi nastri pieni di fruscio in moderni mp3. La cosa che balza subito all'orecchio ascoltando queste canzoni è che la voce di Eddie Vedder è incredibilmente uguale a quella che siamo abituati a sentire dalle registrazioni su cd con i Pearl Jam: questo giovanotto, a 24 anni, e senza mai aver preso nessuna lezione di canto in vita sua, era già molto tecnico e naturale allo stesso tempo.
La sua inconfondibile voce dal timbro caldo è la stessa carica di pathos di oggi.... anzi forse ancora più selvaggia degli ultimi 2 album con i Pearl Jam. Le musiche dei pezzi sono tutte di Vedder e solo 2 del chitarrista Dave George, e questo dimostra il fatto che il futuro singer di "Ten" avesse già all'epoca buone qualità di cantautore. Oltre Vedder e il già citato George alla chitarra solista, completano il quartetto Dave Silva al basso e Joey Ponchetti alla batteria per una formazione abbastanza affiatata ma con un evidente fuoriclasse che sovrasta tutti con il suo carisma. Non essendoci un vero disco ufficiale non si può parlare di una vera e propria tracklist, ma i pezzi che si trovano in giro sono 9: "What?", "Believe You Me", "Answer", "Just A Book", "Homeless", "What The Funk2, "I'm Alive", "Crossroads" e "Betterman".

"What?" è un hard-rock giusto per iniziare un album: potente con un ritornello urlato tipico alla Vedder e con la melodia della strofa per un attimo sembra quella di "Even Flow"! "Believe you me" è una bella ballata con finale schizoide punkeggiante. Ha le potenzialità per poter essere un gran singolo... è come sentire già i Pearl Jam di "Vs" o "Vitalogy". "Answer" viaggia sul semiacustico-psichedelica con il canto pieno d'enfasi tipico di Vedder. Il bridge di basso e a batteria ricorda i Bon Jovi di "Keep the Faith"! "Just a Book" è un interessante ibrido che risente di echi di U2 con Eddie che canta metà pezzo in francese! "Homeless" è un'ottima ballata folk acustica a metà strada fra "Lowlight" e i "REM" di "Auotmatic for the people". "What the funk"... e dal titolo si capisce già che si ci sono i "Red Hot Chili Peppers" di "Blood Sex Sugar Magic" senza le evoluzioni di Flea però. "I'm alive" è hard rock puro a metà strada fra AC/CD e Aerosmith. "Crossroads" poteva stare benissimo su "Yield"... qualcosa alla Bruce Springsteen suonato dagli U2 con una spruzzata di elettronica. Forse il miglore pezzo dei "Bad Radio" insieme a "Believe you me" e "Homeless". "Better Man": è proprio la stessa di "Vitalogy", ma senza quell'intro solo voce e chitarra che conosciamo. Qui tutti gli strumenti partono insieme da subito e le parti di basso sono più curate.

In rete ci sono altri 4 pezzi che vengono erroneamente attribuiti ai Bad Radio, ma in realtà trattasi di registrazioni soliste di Eddie: Sick O'Pussies, One Step Up (Bruce Springsteen), Street Funky Man (Rolling Stones) Daddy Could Swear I Declare (Gladys Knigt and the Pipes). Che fine abbiano fatto gli altri 3 componenti del gruppo è un mistero, ma in definitiva è un'interessante raccolta di pezzi per conoscere gli esordi di un cantante allora sconosciuto che poi tutti (o quasi) abbiamo imparato ad amare con uno dei migliori gruppi dell'hard rock alternativo anni 90. Il mio consiglio è scontato: cercate in rete questi piccoli gioiellini di rara genuinità e non ve ne pentirete!

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