È la storia di un ragazzo che era arrivato ad essere completamente impermeabile al mondo. Né la gioia né tanto meno la pazzia che incontrava quotidianamente riuscivano più a turbarlo (“Generator”); la sua reputazione non lo interessava più e non aveva molto da chiedere alla comunità in cui era immerso (“Too Much To Ask”)… era indifferente perfino a se stesso. Nessuna delle direzioni che aveva fino ad allora intrapreso era stata quella giusta o quantomeno quella fortunata, ne vedeva davanti a se possibili vie d’uscita (“No Direction”)… lo zoo in cui era stato messo gli sembrava completamente fuori controllo e non aveva più nessun tipo di voglia di sperare nel domani (“Tomorrow”) e la foto stropicciata che teneva nel portafoglio era una specie di ferita che si autoalimentava nel centro dei suoi pensieri (“Two Babies In The Dark” ) un perenne ronzio nel cervello che nemmeno il ricordo gentile delle ninna-nanne cantate con dolcezza dalla soave voce della sua mamma riusciva a lenire… era come se il cielo stesse cadendo sopra di lui (“Heaven Is Falling” ).
Queste sensazioni lo trasportarono, suo malgrado, a sporgersi dal Ponte Del Diavolo, un’antica costruzione romanica, più di 800 metri a strapiombo sulle rocce che una volta erano il letto di un allegro torrente. Seduto sul parapetto guardava in basso cercando di scalfire il nero della notte senza luna, per tentare di vedere sul fondo il suo piccolo giardino radioattivo (“Atomic Garden”). Cercava, in quel buio di montagna, una qualche risposta ad uno dei suoi infiniti quesiti (“The Answer”), ma trovava solamente idee per delle nuove domande che non facevano altro che alimentare quel fertile labirinto minato che era diventata la sua mente (“Fertile Crescent”). L’uscita era divenuta solamente una “Chimaera”. Ma ad un tratto notò, fra le fronde di un pino che si stagliava contro l’immensa notte, una piccola stella… ne cercò altre senza fortuna e subito tornò con lo sguardo su di lei con la paura che non fosse più dove l’aveva trovata… si accorse che le sue gambe lo avevano riportato al di qua del parapetto e in un istante era in macchina che scendeva per la tortuosa stradina a velocità folle… continuando a scrutare il cielo in cerca della sua nuova amica.
Nella sua testa, come un mantra, continuavano a ronzargli delle parole che al momento gli suonavano incomprensibili ma che a distanza di tredici anni non lo hanno ancora abbandonato… “It’s Only Entertainment”. “… per dare consistenza alle nostre idee, dobbiamo prendere la terra per ciò che è, esaminarne le differenti parti con cura e, per induzione, giudicare il futuro da ciò che esiste nel presente” Buffon, Storia Naturale - 1749
“Generator” mi ha salvato la vita.
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