Il punk è la musica ggiovane per eccellenza, unendo l'irruenza degli anni della giovinezza ad un approccio non ancora maturo con note e pentagrammi. L'hardcore negli anni 80 ha abbassato ulteriormente la soglia d'età media, portando con sé pro e contro. Moltissimi lavori, infatti, anche se con canzoni interessanti, risentono di tematiche trattate a sterili sloganismi, oppure in modo superficiale.
Pochi lavori, invece, insieme ad una musica irruente, offrono messaggi non infarciti di pregiudizi o inutili retoriche, ma profondamente onesti nelle tematiche che descrivono: Minor Threat, Black Flag, Germs, Descendents, tanto per citarne alcuni.
L'album "How Could The Hell Be Any Worse" dei Bad Religion appartiene al secondo gruppo, e quello che colpisce di più è che l'età media dei componenti si attesta sui 17-18, ad eccezion del chitarrista Brett Gurewitz. Insomma dei giovani piuttosto svegli, come il cantante Greg Graffin, che a 16 anni fonda la Epitaph, che anche il più brufoloso tra i punk da cameretta sa cos'è e capisce la sua importanza nel punk degli anni 90.
Allora osservate la copertina. Nessun compromesso: foto di una tranquilla città su uno sfondo rosso fuoco che meglio non lo potevano trovare, la scritta How Could The Hell Be Any Worse? (Come potrebbe l'Inferno Essere Peggio?) che campeggia nel cielo, nel retro incisione di Gustave Dorè dell'Inferno della Divina Commedia. Ragazzi, benvenuti nell'inferno. Non in luoghi in cui imperversano fame e tristezza, ma dove domina la più gretta opulenza e il sorriso di plastica. E non è un affermazione detta da dei teenagers viziati e annoiati, sotto sovra dosaggio ormonale, no, no, questo è veramente l'inferno. La ottusa mentalità conservatrice, l'inquinamento, quel cazzo di American Dream, l'ipocrisia, la natura arrogante ed autodistruttrice della razza umana, tutte conseguenze della religione, del dogma in cui il sobborgo crede ciecamente. La Cattiva Religione, quella del denaro, abilmente celata sotto quella cristiana.
Le 14 canzoni di quest'album sono ferite sanguinanti in questo desolato panorama. Tra di esse spiccano la iniziale "We're Only Gonna Die", "Latch Key Kids", "Fuck Armaggedon…", decisamente la migliore, "White Trash (2ndGeneration)", anche se sembra ingiusto fare distinzioni tra perle di eguale bellezza. I Bad Religion suonano come una via di mezzo tra gli apocalittici e nichilisti Black Flag e TSOL e gli irreventi casinari Circle Jerks il tutto infarcito di cambi di tempo e acceleratore schiacciato, come hardcore comanda, anche se non c'è ancora il "muro di chitarre" che caratterizza la produzione dall'88 in poi del gruppo. I testi inoltre sono qualcosa di veramente eccezionale, Graffin e, in minor parte, Gurewitz, scrivono brani di eccezionale qualità, privi di inutile retorica, infarcimenti politici, luoghi comuni e Fuck! distribuiti a destra e a manca, liriche da cui tutti i gruppi musicali dovrebbero trarre un'importante lezione.
Il gruppo dopo questo capolavoro (sbilanciamoci, cazzo, ci sta) perde un po' il tiro. A Graffin viene regalato un sintetizzatore e cerca di fare un lavoro diverso, ed esce due anni dopo "Into The Unknown", bello o brutto, decidete voi, fatto sta che il gruppo si vergogna di questo esperimento e fa di tutto per nascondere l'errore registrando due anni dopo l'EP "Back To The Known" che segna il ritorno alle origini ma anche la fine del primo periodo dei Bad Religion, che torneranno alle scene nel 1989 con l'LP "Suffer" e inaugurando il tipico sound Badreligionaro. Tutta sta pappardella inutile per dirvi che l'album è stato ristampato sottotitolo "80-85" contenente tutti le canzoni degli anni indicati eccetto ovviamente l'LP "Into The Unknown".
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