Tanta è la mia, anzi la nostra perchè c'è anche il DeMa con me, voglia di Bad Religion in questa serata fredda e tempestosa.
Perchè stiamo incazzati neri.
Perche abbiamo letto troppe cose "storte" riguardo i padroni, i fondatori, i capiscuola dell'Hardcore californiano (omettendo di proposito il termine melodico che ci è sempre stato sui maroni).
Perchè a Greg Graffin e compagnia dobbiamo per prima cosa il massimo rispetto, la massima devozione. Ed il ringraziamento eterno.
Non ci ha fatto bene quest'oggi leggere che alcuni loro fondamentali brani (cito la nostra in assoluto preferita "Modern Man") potevano tranquillamente essere scritti dai Green Day; dai Green Day avete letto bene. Ma per favore.
Perchè abbiamo sempre dimostrato il massimo rispetto per le idee altrui; e continueremo a farlo. Però oggi la linea è stata superata, abbondantemente.
Ci è venuto il mal di testa, davvero.
E continuiamo affermando, con la massima convinzione e certezza, che l'album Suffer è composto da quindici capolavori; per dare consistenza a questo nostro ultimo pensiero ci autocitiamo "E' il 1988 e la carriera dei Bad Religion, che aveva subito uno stop di qualche anno, riparte alla grandissima; "Suffer" è il primo passo di una trilogia terremotante a dir poco (ma occorre davvero citare gli altri due successivi lavori? Mi auguro di no!!). Rientrano ai propri posti i fondamentali Brett Gurewitz e Jay Bentley ed è il delirio sonoro suonato a velocità inaudita: poco più di ventisei minuti condensati in quindici impetuosi brani che non danno scampo...DELIRIUM OF DISORDER... "
Perchè riusciranno ad andare ancora oltre con il successivo No Control.
Perchè i ragazzi di Los Angeles hanno influenzato tali e tante band che se elencate, anche in minima parte, occuperebbero il resto di questa inutile pagina.
Perchè noi cinquantenni l'abbiamo vissuta di pancia la stagione infuocata dei loro concerti negli anni novanta; massacrandoci a dovere tra polvere e sudore.
Ed allora abbiamo scelto questo live dei Bad Religion; che riassume il loro tour del 1996 in U.S.A., Canada, Estonia, Germania, Danimarca ed Italia.
Una abbondante ora di solenni inni generazionali; di canzoni irruenti. Suonate con indomito impeto.
Stacchi da levare il respiro; ripartenze che hanno consolidato la loro leggenda. Testi da scriverci (scusateci il gioco di parole) un trattato a parte.
Per una volta pensano solo e soltanto a se stessi, eliminando quasi del tutto l'effetto "live" del loro pubblico. Le registrazioni si concentrano sulla musica dei cinque sul palco; si autoproducono e si sente.
Tante le mitragliate, i fendenti che tirano giù; mi basta citare una conclusiva "No Control" che ci stiamo spasmodicamente gustando ora.
Ci sono anche tre brani inediti registrati in studio; spicca tra tutte una spaccaossa e fulminante "It's Reciprocal".
Rispetto massimo; ora e sempre.
"We have no control. We have no control
We have no control, we do not understand
You have no control, you are not in command
You have no control. We have no control
No control. No control. You have no control"
Diabolos Rising 666. Ad Maiora.
Carico i commenti... con calma