Temevo che accadesse e in parte è accaduto. Mi sono avvicinato all'ascolto del nuovo albo del "mancuniano disegnato male" con un leggero timore: vuoi vedere che un talento vero nello scrivere canzoni alla sua prima prova su major (Emi) scende a patti con il mercato e strizza l'occhio alle classifiche? La risposta di getto è nì.

"Born In The Uk", il nuovo, atteso (!!), lavoro di Badly Drawn Boy è senza dubbio un buon disco ma per chi, come il sottoscritto, ha amato molto sopratutto il precedente "One Plus One Is One" si tratta di un passo all'indietro in termini di creatività. Intendiamoci, vere e proprie gemme anche in questo caso se ne trovano (la title track è un piccolo miracolo monoaccordo, per non parlare di Degrees Of Separation o di Welcome To The Overground) ma l'insieme dell'opera risulta un po' piatto e intriso di una sensazione di "già sentito" che non lascia spazio all'entusiasmo.

I suoni puliti e una produzione attentissima ha per certi versi messo la sordina alle spiazzanti volute melodiche che avevano, invece, caratterizzato il lavoro precedente. Mi verrebbe da dire che questo "Born In The Uk" (il titolo è un espresso omaggio, in perfetto humor britannico, al mito Springsteen) soffre del difetto tipico dei lavori che hanno avuto una gestazione tormentata: è iperprodotto. Per espressa voce del barbuto autore questo album è stato scritto due volte e nelle 13 canzoni che compongono il disco questo fattore emerge alle volte in modo lampante. Il talento, comunque, resta talento. I riferimenti spesi per i precedenti dischi di BdB (Lennon, il Boss, Costello, Drake ecc.) li ritroviamo tutti e le capacità e, a mio avviso, le potenzialità del mancuniano restano inalterate.

"Born In The Uk" avrà il merito di far conoscere ad un pubblico più vasto questo genietto paffutello ma c'è da augurarsi che rotto il ghiaccio con il mainstream Badly torni a sperimentare e perché no, ad osare di più nella ricerca della melodia perfetta.

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