Se staccate la spina ai Kraftwerk li ammazzate, giusto? I paladini dell'elettronica travasata nel pop non possono vivere senza corrente elettrica, giusto?
No, sbagliato. Non solo il Balanescu Quartet gliela stacca senza tanti complimenti, la spina, ma addirittura rilegge alcuni classici della band tedesca nella formazione più tradizionale che c'è nella musica da camera, cioè il quartetto d'archi: due violini, una viola, un violoncello.
Per chi conosce sia la classica che i Kraftwerk, l'accostamento tra i due sembrerebbe una battuta o una provocazione. Nel caso di "Possessed", album uscito nel 1992 (non il primo del Balanescu Quartet ma quello che ha guadagnato loro una notevole popolarità), la mission impossible si tramuta invece in una solida realtà.
Mettendoci all'ascolto, ritroviamo cinque classici della band di Düsseldorf: "The Robots" e "The Model" (da "The Man Machine" del 1978; a voler essere pignoli, manca l'articolo the nel disco del Balanescu, e la loro "Robots" è in realtà una cover della versione del brano che appare in "The Mix" del 1991), "Autobahn" (dall'album del 1974), "Computer Love" e "Pocket Calculator" (da "Computer World" del 1981).
E volete sapere una cosa? L'esperimento funziona, perché il rifacimento dei brani consiste in una loro minuziosa analisi musicale rivestita di suoni classici, tanto che quest'album può essere apprezzato sia dai fan duri e puri dei Kraftwerk sia da chi non dovesse conoscerli, e in tal caso potrebbe utilizzare questo lavoro come un esperimento di corto circuito tra musica elettronica vs. acustica.
Ma non finisce qui, visto che "Possessed" contiene comunque altre quattro tracce: tre composizioni originali di Alexander Balanescu, il leader del gruppo, e una cover di "Hanging Upside Down" di David Byrne (dal suo album "Uh-Oh" del 1992). Quattro brani molto interessanti (per una durata di 40 minuti, l'album in tutto ne dura 70) che aggiungono alle sonorità del quartetto le percussioni (nella title-track "Possessed") e le voci femminili (in "Want Me"); e soprattutto in questi due casi propongono la ripetizione di moduli melodico-armonici che ricordano alla lontana il linguaggio del minimalismo, mentre gli ultimi due brani sono più vicini alla forma di ballata.
Molto divertente nella parte kraftwerkiana, più personale nella seconda parte quartettistica, "Possessed" è uno strano album che strizza l'occhio ad ascoltatori anticonformisti.
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