“Diario Mali è la storia di un viaggio. Due amici che parlano lingue diverse si incontrano nel deserto e attraverso la musica si scambiano i loro mondi sotto l'ombra di un albero di hennè.”
Diario (Mali), quante vitali, sofferte, tribolate, inenarrate e inenarrabili vicende costituiscono le intense e plurime vissute pagine dell'humano-libello in quaestionem.
(Diario) Mali: distesa generosa, vessata, vituperata, ignobilmente sfruttata et come troppo spesso accade, senza il benché minimo ritegno e humana pietas, a sé stessa rinnegata.
Una pietàde et surtout umanità di cui viceversa l’immensamente leggiadro, spettacolarmente malinconico, quanto magnificentemente vivo nonché profondo e delicato Ballake & Ludovico (really) quattromanesco lavoro risulta intriso nella sua ineccepibile et cristallina essenza.
Registrazione e testimonianza in presa diretta dello spectacoloso incontro/concerto tenutosi in quel di Longiano, nel febbraio di trois anni fa, finale/mente la Prodigiosa Ponderosa decide ordunque di porre il tutto su concreto supporto digitalico et render pubbliche quanto fruibili le felpate quanto intensissime dieci tracc(i)e che di quella serata furono vitale rappresentazione.
Monsieur Sissoko, siderale strimpellator di Kora s’afferma et conferma quale autentico virtùoso del proprio arcaico e “povero” tradizionale instrumento (nient’altro è che una voluminosa cucurbitacea a metà, corredata d’una doppia decina di tese, nerborute et suono-appuntite stringhe a far da magnetica materia suono-emettente): abbraccia, accarezza, avvinghia teneramente la propria audio-propaggine, sfiorando con leggiadria nonchè immane gusto et suono-sapienza le fragili ma tese corde, tessendo (oserei dire) in sordina il Suo fenomenale et spesso semi-obnubilato magistrale contributo.
Messer Einaudi in quodesto vivo-contesto cala e compenetra alla perfezione nelle emozionanti intelaiature poste in essere dall’alter-ego; nell’intenso scorrere delle cangianti tracc(i)e; tramite il proprio pianoforte sostiene, affianca, talvolta impetuosamente rinvigorisc(i)e, spesso rasentando la absoluta perfectionem, le naturali sound-tessiture costituenti le rarefatte und toccanti strumentali audio-paginette in quaestionem.
A voler esser particolarmente pedanti oltreqùé miseramente pignoli l’unica ago/pagliaistica negativ-quisquillia riguardante l’intrigantissimo e rilegato ad emanuense arte audio-pamphlet, indi nella globale valutazione dell'affresco portato ai nostri deliziati padiglioni auricolari, è la sussistenza di una certa qual complessiva suono-sottoesposizione dello straordinario strumentista Centrafricano: la materia aqusticam tende in larga parte a premiare la (non solo) classica oltreché Einaudesca componente: le spesso centellinate, talvolta fluentissime, vellutate e naturalmente maggiormente corpose onde sonore create dal voluminoso manufatto si elevano talvolta ingenerosamente sulle melodicamente scarnificate quanto meravigliosamente punteggiate cordistiche emissioni: par quasi che Messer Sissoko tema una eventuale “sovraesposizione” delle proprie emozionanti e personali suono-intelaiature.
Assodato qué ci troviamo di fronte ad un’opera dalla fattura prevalentemente intimista e chiaroscurale, alimentata da lievi contrasti e da solo accennate audio-schermaglie, dotata di una intrinseca forza che spesso rasenta la assoluta confidenziale-spettacolarità et sensuale perfezione, risulta improbo ed ingeneroso compito quello di oggettivamente segnalare i frammenti maggiormente sfiziosi della presente testè orribilmente narrata viva-raccolta: le fiere e sottilmente baldanzose “Chanson d’Amour” e “Soutoukou” ammaliano profondamente in virtù d'un tatto e crescendo semplici ma spettacolosi; altresì le cupe (vampe) e tristemente evocative nonché strazianti note promulgate in “Ma mere” o ancora la sound-beatitudine concessa in “Niger Blues”, [letterale/mente stratosferica], regalano profonde e sinceramente toccanti suono-emozioni really a iosa se non (assai) di plùs.
Dalla leggiadrìa dell’esecuzione e dalla insospettabile fruibilità nell’ausculto si trae, una immensa sensazione di interiore pace et rinfrancante piacere oltreché una sostanziale quanto rigenerante et salvifica immensa forza: nel dubbio, una fugace origliatina (ancorchè per enciclopedica audio-completezza), gliela de-concederei (antzichenò).
Carico i commenti... con calma