Il gruppo che vi voglio presentare è una misconosciuta band dei primi anni 70: i Necromandus.

L'iter di questa formazione purtroppo non è stato dei più fortunati: dopo avere suonato in lungo ed in largo per pubs della loro città d'origine riuscirono a farsi notare da Tony Iommi dei Black Sabbath che li prese sotto la sua ala protettiva e si offrì di fargli da manager. Dopo aver registrato il loro disco di esordio sotto la produzione di Iommi purtroppo non trovarono un'etichetta interessata alla pubblicazione ed il disco rimase inedito. Poco dopo il gruppo si sciolse.

Vent'anni dopo una piccola etichetta specializzata in prog e downer rock anni 70, pubblica per la prima volta il fino ad allora inedito disco che viene chiamato "Orexis of Death". Sin dal primo ascolto ci si accorge subito con una certa assonanza coi Black Sabbath ma quello che stupisce è la precisione dell'esecuzione, il feel jazzistico "à la" Patto (altra purtroppo sfortunata band dell'epoca) e il valore strumentale della band. Una sorta di Progressive Metal Jazz Rock insomma.

La traccia che apre il disco è "Nightjar" che è un pò il "singolo" dell'album, una bella cavalcata su tempo shuffle e power chords in bella evidenza, ed è uno dei brani più diretti del disco al quale patecipa al solo di chitarra come special guest Tony Iommi, ma il bello deve ancora venire... La title track del disco è un'altro grandissimo pezzo: dopo un bell'arpeggio discendente di chitarra il brano decolla con una ritmica scatenata e dei begli incastri di chitarra, la prestazione vocale è potente e rauca e durante il finale il brano si tinge di venature Jazzistiche con un bell'assolo di chitarra bebop..

Non di meno interessanti sul versante jazz-rock sono i brani "A black solitude" "Gypsy Dancer" abbastanza simili tra di loro ma ugualmente validi, con dei bellissimi suoni di chitarra, anzi su questi mi vorrei soffermare: la caratteristica principale del sound del gruppo è proprio la capacità di suonare pezzi molto tirati con un suono di chitarra quasi pulito, al massimo "crunch", e soprattutto la bellezza e la limpidezza degli arpeggi, quasi sempre suonati sia con acustica che elettrica, veramente pregevoli... Homicidal Psycopath" è un'altro brano molto bello con una bella ritmica in 5/4 ed una buona prova vocale..

Tutto l'album è veramente notevole nonostante si percepisca una certa crudezza nella produzione (per via del fatto che il disco non è stato portato a termine) ma che forse da qualcosa in termini di fascino, ed il gruppo è veramente affiatato oltre ad avere un sound molto originale nella sua mistura di Jazz rock, progressive e metal...

Un gruppo che avrebbe meritato di più ma che purtroppo non ha avuto fortuna, ma che almeno ci ha lasciato in eredità questo bellissimo disco tutto da scoprire e da apprezzare.

Buon ascolto.

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