L'anno era il 1981, e il gruppo era reduce da una grandissima produzione di album in studio degli anni 70, in linea di massima tutti eccellenti. Nel 1980 venne pubblicato l'album (che non ho) "Urgentissimo", e nel 1981 questo "Buone Notizie".
Senza dubbio non è un disco per gli amanti del Banco Del Mutuo Soccorso, non aspettatevi nulla di progressive, piuttosto è un album sul pop rock anni 80. Fa storcere il naso in alcuni punti, pur contenendo qualche ottimo brano. Può essere considerato una specie di concept album, visto che il tema della televisione emerge sempre prima o poi in ogni brano. Energica l'apertura di "Taxi", allegra per la musica, assolutamente inquietante per il testo, nel quale viene descritto come
"il presidente con voce naturale ha detto che domani c'è la guerra mondiale. Il presidente fra un applauso e un evviva ha detto che stavolta sarà definitiva".
Pur non essendo un capolavoro, questo brano può dare una gradevole sensazione all'ascolto, e il suo ritornello (pur come abbiamo visto essendo inquietante) rimarrà nella vostra testa per un bel po'.
La seguente "Canzone D'amore" è a mio avviso il capolavoro del disco. Brano delicato, ma con ritornello agressivo e testo parecchio interessante, racconta delle sofferenze di un uomo, che lasciata la fidanzata, trova il suo unico sfogo guardando la televisione. Molto interessante anche la musica. "Sì Ma Sì" è un innocua e trascurabile canzoncina pop, mentre "Michele e il Treno" è una canzone più lunga dalla struttura più articolata, e anche abbastanza interessante come melodia. "AM/FM" è l'unico strumentale del disco, e il suo pregio non è certo la fantasia (trattasi di un riff all'unisono ripetuto per due minuti e quarantacinque secondi), ma abbastanza interessante e trascinante. "Baciami Alfredo" è una delle cose peggiori dell'intera discografia del Banco, e lo stesso vale per la pessima conclusiva title track, entrambe orientate su un pop privo di idee e senza mordente.
Lavoro nonostante tutto aprezzabile, ma dal Banco ci saremmo aspettati molto di più. D'altra parte a molti gruppi (ma non tutti) progressive negli anni 80 è capitato un calo creativo. Nonostante tutto un disco sufficiente e con qualche buona idea. Peccato non aver osato di più...
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