"Infinite Arms" esce il 18 maggio del 2010, io ci arrivo dopo mezzo anno ed è un processo veloce quello che si innesca subito dopo, leggo guardo e ascolto parecchio materiale su questo timido gruppo di Seattle.

I Band Of Horses però non sono degli sconosciuti.

Il loro primo lavoro riscuote successo tra pubblico e critica: "Everything all the time" è partorito con la preziosa ma non indispensabile collaborazione del cofondatore Mat Brooke, il quale lascerà la band subito dopo per dedicarsi ad un nuovo progetto chiamato "Grand Archive".

Si mescolano le carte, qualcuno va e qualcuno viene, esce "Cease to Begin" e il prevedibile risultato è quello dell'album di transizione, vittima dei paragoni.

Sulla scia di splendidi brani quali "The Funeral", "Is There A Ghost", "No One's Gonna Love You", già noti ai più per la loro "comparsa" in film e serie tv, arriva il terzo album.

Infinite Arms mi piace al primo ascolto. Non è certo l'aspetto degli Horses ad affascinarmi... è piuttosto "Factory" che con un'orchestra di archi apre sul racconto di un ascensore, metafora del sali/scendi della vita; sono 2 piacevolissime ballate come "Blue Beard" e "On My Way Back Home"; sono "Dilly", "Laredo" e "Compliments", pezzi intrisi di energia, spensieratezza e altrettanta consapevolezza di capacità musicale; è "Evening Kitchen", che suggerisco di ascoltare in religioso silenzio nella versione live From Grand Central Terminal di New York per godere appieno del toccante gioco di voci tra il bandleader Ben Bridwell e Tyler Ramsey, chitarrista del gruppo e autore del pezzo.

Indecisa se idealizzare queste armi infinite come musica e parole che combattono le nostre guerre interiori o come braccia infinite che ti stringono amorevolmente, posso asserire che adoro questi cavalli, e non m' importa di quelli del passato, piuttosto sono curiosa di scoprire quelli del futuro, sui quali scommetterei volentieri pur sapendo che non saranno loro a tagliare il traguardo, ma certa di assistere ad una corsa emozionante.

E sicuramente non sono la sola a pensarla così vista la nomination ai Grammy per Best Alternative Music Album (categoria meritatamente conquistata dai cugini The Black Keys) nonché  il recente ASCAP Vanguard Award, premio conferitogli il 3 maggio 2011 dalla American Society Of Composers, Authors and Publishers.

Go Horses, go!

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