Dialogo della Musica (melò) e di un Savannahese

Un pittore chitarrista, che aveva attraversato terre assai desolate e melmose, vide da lontano un busto grandissimo, diverso da quelli ammirati anni prima e realizzò che si trattasse di ciò che cercava, una forma definita di donna con indosso una camicina a righe col risvoltino, il volto tra il bello ed il curato, la gonna aderente a vita alta ed un paio di All-Stars bianche. Essa, guardandolo fissamente, da ultimo disse:

M- Chi sei? Che cerchi in questi luoghi dove la tua specie era incognita?

S- Sono un povero savannahese stordito che va fuggendo la musica di Satana e fuggitala quasi tutto il tempo della mia vita, la fuggo adesso per questa. Non posso farne a meno, è il mio corpo che cambia, nella forma e nel colore (a 'sto giro Yellow & Green), è in trasformaZione.

M- Satana?

S- Non altri.

M- Così fugge lo scoiattolo dal serpente a sonaglio finchè gli cade in gola da se medesimo.

S- Tanto va la gatta al lardo che ci lascia lo zampino...

M- Bravo. Orsù dimmi: chi glielo spiega adesso a tutti quegli zozzoni del Red Album che per limonare la tipa non serve più procurarsi l'ultimo di Tarja Turunen?

S- Ehmmm...

M- Hai provato a chiedere consiglio a Brent Hinds. Anche lui fuggendo giunse qui, mano nella mano con quell'altro là...come si chiamava...Darkfelt, Akerfelt...ad invocar lumi sulla musica di Satana.

S- No no... Come faccio poi con gli universitari della Bohèmienne di Via del Pratello? Guarda che sono cattivissimi e dopo mi prendono in giro con la solita tiritera dei cugini sfigati dei Mastodon, sai? E il mio analista ha detto che dovrei evitare traumi e ricadute.

M- Fuggi anche da loro! Puoi sempre dire che sei cresciuto, che hai incontrato i Bon Iver a cena da Vasco Brondi e ti sei evoluto; che adesso hai l'Iphone, hai più di mille amici su Facebook anche se poi vedi le stesse 30 persone del cazzo da dieci anni, che ti sei fatto tutte le ragazze dei tuoi compagni di tour (o forse tutti si son fatti la tua) ed esclamare soddisfatto ''Guavda mamma, sono matuvato, sono gvande ova, non ascolto più metal, ova suono musica leggiadva ed intellettuale!''

S- Ok ok. Ma come la mettiamo coi tastierini, la puzza di incenso, la vocina ammiccante alla Lenny Kravitz e la pastella psichedelic-occhialuta ultravintage come mia bisnonna? Hai sentito, si sono rotti i distorsori e non sono riuscito a tirar fuori un riff heavy in tutte le 18 canzoni!

M- E vabbè...la gente capirà...alla fine trasportare tutti quei trolley pieni di verdoni (che poi è quello il significato intrinseco di Green, vero?) da un tourbus all'altro fa mancare il fiato, ti capisco. Comunque i benpensanti ti adorano, i circoli indie ti stimano a suon di followers, Billboard ti ha accolto tra il suo sudaticcio grembo e le riviste musicali parlano di sperimentazione compositiva e di piena maturazione... in fin dei conti che stramerda te ne fotte!

S- Parli bene te ma non sai che fatica ho fatto stavolta a disegnare la copertina. I pastelli stanno finendo e, considerando il fatto che il black e il white me li hanno tolti da piccolo, credo proprio che siano rimasti solo il marrone e forse il magenta. A proposito: che ne dici di ''Brown-Kaki Compilation'' per il prossimo triplo acustico? Per la copertina avevo pensato alla rappresentazione di una verginella con un tampax in mano che accarezza un cardellino...

M- Lascia perdere i colori, i cardellini e concentrati sulla melodia, dai retta a me. Più melodia! Non basta il missaggio vocale simil-grunge pop da quattro soldi di questo qua! Non bastano i Fugazi che fanno il verso ai Big Country di ''March to the Sea'' o i RATM che decidono di suonare post-rock in ''Eula''. 75 minuti di musica sono troppi, mio caro, quando perlomeno la metà riesce a farti sprofondare nel vortice dell'abbiocco più imperituro nello spazio di un giro di accordi. Se l'obiettivo era quello di far digerire l'alternative post-rock più o meno emozionale anche alla gente ignorante che conoscevi prima, la partita non andava nemmeno giocata. A meno che non ti chiami Neurosis. Serve più melodia, più allegria! Non come nell'introspezione e nell'ombrosità di ''Twinkler'' e nella cangiante ipnosi di una ''Collapse''. Tutti questi chitarrini, questi richiami Pinkfloydiani (''Cocainium''), queste brezze progressive eco-insostenibili, 'sti singoloni presi da Virgin Radio (''Take My Bones Away'', ''Sea Lungs''), queste atmosfere fracassapalle molto liquide ma per nulla liquorose, sembrano davvero tonno tagliato con la motosega, diamine! Roba che sconquasserebbe le pudenda del macellaio di Rostov mentre legge un editoriale di Vittorio Feltri preso a caso dall'archivio de Il Giornale! Insomma, o mio sonnacchioso viaggiatore, è giunto il momento di osare. Più coretti! Più arpeggini! Più gnocca sul palco! Più melodia, cazzo! Ecco, se ascolterai queste poche indicazioni, ben presto potrai mandare affanculo tutti gli sfigati straccioni della Relapse e, soprattutto, quella peluria che si è trasferita dalla testa sulle guanciole e sul petto potrà ritornarsene al proprio posto, anche con l'aiuto della chirurgia, se necessario. Almeno sarai un po' più presentabile. 

S- Grazie infinite, o Dea portatrice di docil pecunia, il tuo schietto monito era da me fortemente auspicato. Più melodia, ho capito... Le nubi si sono dissolte, la strada ormai la conosco...

M- Si, ma fai guidare il tourbus a qualcun altro, ti prego...

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