Che cosa abbia spinto Barry Levinson a dirigere un'horror forse nessuno lo saprà mai.

Dimenticate il nostalgico "A cena con gli amici", scordatevi anche "Rain Man - L'uomo della pioggia". Non è quel tipo di Levinson che dirige questa piccola sorpresa cinematografica, è piuttosto quello di "You Don't Know Jack", la serie TV da lui diretta sul dottor Kevorkian, soprannominato il Dottor Morte per i più di 130 suicidi assistiti a suo carico.

"The Bay" è un film che racchiude al suo interno dure condanne su vari aspetti della società moderna: il lato puramente ludico passa quasi in secondo piano, come se "spaventare" in realtà non fosse il vero obiettivo. Abbiamo dunque la critica sull'inquinamento ambientale (gli escrementi di pollo versati nelle acque sono i responsabili dell'epidemia che ci viene mostrata), abbiamo la dura condanna dei mass media di stampo soprattutto occidentale (la morbosa ed eccessiva presenza dei reporter nella città contaminata), abbiamo perfino una critica velata ma onnipresente sui sistemi di comunicazione attuali (molto materiale viene raccontato attraverso Skype, ma quasi come se raccontarlo in quel modo fosse qualcosa di "immorale"). Senza tralasciare poi la politica, anche quella locale, che in nome di un'economia carnivora nasconde, corrompe, mette a tacere. C'è tutto questo nella sceneggiatura, scritta da Michael Wallach, e c'è anche la giusta dose di spaventi, più che altro per creare un'atmosfera inquietante, quasi da contorno, senza mai scadere nel becero splatter adolescenziale.

Degno di nota il montaggio, semplicemente geniale, che ci accompagna fra le strade della città invasa dal morbo come se stessimo assistendo a una lunga edizione speciale di qualche telegiornale. La parte iniziale, volutamente lenta, di stampo quasi hitchcockiano, riesce a creare la giusta dose di tensione che poi esplode man mano che ci addentriamo nella storia, una costruzione a gradi che fa capire da un lato come Levinson tenga di più ai temi che al semplice "sobbalzo" e dal'altro ci permette di fissare meglio la storia stessa del film, gli eventi che hanno portato all'epidemia, quello che è successo prima, le vere responsabilità.

Forse un pò troppo moralista, forse un pò troppo presuntuoso, ma "The Bay" resta in ogni caso un valido esempio sia di tecnica che di narrazione. In un genere, come quello horror, spesso deturpato, umiliato e generato solo per fare cassa, non è affatto poca cosa.

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