Ascoltavo questa canzone e ho pensato che oramai la pubblicita' ha gia' influenzato il mondo hiphop che invece era "puro" fino a poco tempo addietro... e' inquietante scoprire come l'etichetta sia la mole maggiore che l'artista deve spargere e far consumare a noi... un prodotto molto scarso e oserei dire di scarso livello... tranne pochi ...chi come bassi che non si vende, e spero che non si vendera' mai, a quelli che credono solo al dio denaro, e non possono chiamarsi rapper, ma fantocci.
Chi si tira fuori da questa immondizia va elogiato, chi crede ancora nel mondo underground della vera nobilta' di strada, del 96' quando Bassi pompava ormai da 8 anni i beat per poi inciderci sopra le parole che in questa canzone spaccano il ritmo con un flow veramente "imbrunito" che crea un atmosfera magica di ritorno alle origini, alla primordialita' organica della razza umana; quando l'uomo non era schiavo dell'industrializzazione e della mercificazione dell'arte.
Le nostre menti sono state riempite di informazioni di cose che vediamo solo in televisione mercificate e da consumare calde. Le nostre orecchie dal vivo pero' non riuscirebbero ad accettarli questi nuovi prodotti dell'industria di papponi quale e' l'industria discorgrafica.
Una pezza... mi fa piacere ascoltare che buon hiphop in italia c'e'.. o almeno c'e' stato e che i nuovi ensi, mondomarcio non si vendino per un successo illusorio come la vita che viviamo.
A tutti coloro che commenteranno: "nun ve accollate soggetti"
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