Ecco, l'e-mail di conferma registrazione è arrivata.. "adesso faccio parte anch'io del club di debaser" penso con soddisfazione. Clicco, giro, sbircio qua e là per le recensioni e... cosa? No, non è possibile, ci dev'essere un errore! Niente sui mitici Bauhaus? Nessuno conosce questo mitico gruppo? Niente su "In the flat field", disco seminale ed epocale, pietra miliare assoluta del gotico e della dark wave? Niente sulle emozioni profonde e sull'angoscia claustrofobica che questo album continua a suscitare a distanza di venticinque anni, rendendocelo ancora straordinariamente moderno ed attuale nonostante sia del 1980? Niente sulla prima traccia, splendida, "Double Dare", praticamente un manifesto del dark con il riff d'apertura inquietante e sinistro che sfocia in un battito ossessivo e marziale? Niente sulla title track, in cui le urla di Peter Murphy si fanno disperate e al tempo stesso maestose? Niente sulla successiva "God In An Alcove", quasi goliardica nel suo ritornello da stadio e affascinante grazie alla robotica voce del leader? E niente appunto su questo straordinario singer, Peter Murphy appunto, capace di spaziare con una dsarmante facilità dal puro dark delle tre track summenzionate al rockabilly puro di "Dive"?
Poi viene quello che è a parere del sottoscritto il capolavoro dell'intero disco: "Spy In The Cab"... fantastica, unica nel suo gelido dischiudersi a qualsiasi forma di comunicazione verso l'esterno. È claustrofobia pura, angoscia al cubo, senso di disperazione rarefatta! Merita da sola l'acquisto del cd!
Poi vengono le meno felici "Small Talk Stinks" e "St. Vitus Dance" che in ogni caso hanno il merito , semmai ce ne fosse bisogno, di confermare le doti di Murphy, vero protagonista di tutta l'opera. Arrivati a questo punto si assiste all'autentico rito sacrificale di "Stigmata Martyr", pezzo del quale un amante del gotico fatica a non innamorarsi: l'incedere incalzante e ossessivo del ritmo prima, il maccheronico latino pronunciato da Murphy dopo e le lancinanti grida di chiusura creano un mix irresistibile, un vero brano di culto.
Quella che chiude l'album, "Nerves" è una traccia ipnotica, che sembra non finire mai, quasi a ricordarci della musica senza fine di questa band, la quale purtroppo non ha mai riscosso un grande successo nel nostro paese (ancora oggi è molto complicato procurarsi questo capolavoro, al sottoscritto è toccato scaricarselo!) ma che ha senza dubbio una delle pagine più esaltanti della storia del rock in generale.
Carico i commenti... con calma