Lo ammetto. Ho conosciuto i Baustelle girovagando su quella pseudo rete musicale che è MTV. Evidentemente quel giorno, il direttore di MTV, ha deciso bene fra un Lee Ryan e una Britney Spears di inserire questi 4 fiorentini dall'aspetto normale, che non si atteggiano a rock star né si contorcono in movimenti alla Piero Pelù mentre suonano, i Baustelle. Il video in questione è "La Guerra è finita", ovviamente. Lo guardo dall'inizio alla fine, estasiato, la melodia è perfetta, la voce di Bianconi pure, inoltre mettiamoci anche quel gran pezzo di ragazza che è Rachele Bastreghi e ti creiamo il gruppo che mi farà re-innamorare della musica, dalla decaduta Metallica.
Il CD che contiene questo pezzo s'intitola "La Malavita", il primo disco con una major dei Baustelle. Ovviamente ho preso anche gli altri due CD loro: "La moda del lento" e "Il sussidiario della giovinezza". Ma il primo amore non si scorda mai, e così oggi vi recensisco "La Malavita". Ok, voi potete dirmi che ce ne sono tante ormai di recensioni di questo CD, ma amo troppo questo disco per non farla. Spero mi perdoniate per questo. Comunque, bando alle ciance.
"La Malavita" inizia con la più classica delle intro, la Bastreghi si butta su un lungo assolo col suo strumento, seguita poi dalla chitarra, dal basso e dalla batteria, apertura perfetta perchè s'incastra benissimo con le schitarrate iniziali de "La Guerra è finita", prima vera canzone di questo lavoro, ottima, parla di una ragazza che si suicida, dei suoi problemi e via discorrendo. Ottimo inizio, ma la conoscevo già, e proseguo ad ascoltare il CD con una vena di scetticismo. Scetticismo che scompare dopo a terza traccia, "Sergio". Sinceramente non ho ancora capito di cosa parli "Sergio", forse di un travone o forse semplicemente il mischiare parole a caso di Bianconi, fatto stà che risulta una delle più belle canzoni del CD, e la frase "Mi chiamo Sergio e come te, vivo" è quasi commovente. Si arriva alla quarta traccia e già sono innamorato dei Baustelle e qui... Sorpresa! Miracolo! Una voce femminile! È ovviamente la Rachele Bastreghi che canta "Revolver", non avendo fino a quel momento sentito gli altri lavori del gruppo non sapevo che Rachele cantasse, oltre che bella è anche una stupenda cantante, la voce è fredda ma sicura allo stesso tempo, e gli strumenti qui sono quasi del tutto assenti (Tranne la batteria), con la melodiosa voce di lei a farla da padrona. La quinta traccia è "I Provinciali", bellissima canzone, breve ma decisamente toccante, che rinchiude perfettamente la vita in provincia. Si arriva alla sesta traccia, "Il Corvo Joe", la più bella del disco a mio parere. Tetra, la voce di Bianconi s'incastra perfettamente con le parole, malinconica, intelligente e ben studiata. Un capolavoro. Altro capolavoro è "Un Romantico a Milano", con la citazione di Bianconi "Mamma che ne dici di un romantico a Milano? Fra i manzoni preferisco quello vero, Piero", ancora Bianconi che canta, me ne dispiaccio un po' perchè ormai sono innamorato di Rachele, ma comunque va bene così (Senza parole, direbbe Vasco). Nell'ottava e nona traccia, rispettivamente "A vita bassa" e "Perchè una ragazza d'oggi può uccidersi?" torna Rachele, in duetto perfetto con Bianconi. Le canzoni non raggiungono il livello di "Sergio" "Il Corvo Joe" e "Un Romantico a Milano", ma sono entrambe molto belle, sopratutto la nona, che è dal punto di vista di due ragazzi, la migliore amica e il fidanzato della ragazza suicida, che l'hanno tradita, e che parlano del perchè la loro amica si sia uccisa. La 10 è "Il Nulla" e la frase "Mi dici che ti emoziona il tramonto ed io ti chiedo se ce l'hai per caso in tasca un chewing gum" è a mio avviso GENIALE, così come la canzone risulta essere molto valida, con una melodia soft ma trascinante, sempre a metà fra il pop e il rock, come tutto il cd. Chiude l'album "Cuore di Tenebra", una canzoncina pop adatta a chiudere nel migliori dei modo "La Malavita".
In chiusura, l'album è costantemente fra il rock e il pop e a mio avviso è il miglior lavoro di questo quartetto fiorentino (Prima quintetto). Soft, delicato ma anche tetro e spudoratamente vero. Non si perdono in chiacchiere e smielatezze alla Ramazzotti, né in grida ed esplosioni di rabbia alla Hard Rock, sono semplici. Ed è proprio l'essere semplici, che li distingue da un mondo della musica in costante ricerca della sovrannaturalità.
Carico i commenti... con calma