Il gruppo che arriva da Montepulciano, sforna "La malavita" due anni dopo "La moda del lento", sorprendendo positivamente anche chi di musica italiana ne ascolta poca. I testi, che parlano di malavita in tutte le sue forme e sfaccettature, sono poetici, impegnati, melodici e letterati come la loro musica, che mischia il migliore Indie rock newyorkese e la canzone d'autore italiana proposta dai migliori cantautori italiani vissuti.
L'introduzione "Cronaca nera" apre le danze e già in "La guerra è finita" si capisce con cosa si ha a che fare. Il testo è scritto in terza persona e racconta di una vita persa per scelte sbagliate. La musica aiuta ulteriormente l'ascoltatore, che rimane sorpreso da subito perché riesce a descrivere anch'essa la malinconia e la ricerca di un po’ di luce della vita cantata dal cantante Francesco Bianconi. In "Sergio" la qualità non cala, ed il testo è scritto in terza persona. "Revolver" invece parla di una femme fatale, interpretata magnificamente da Rachele Bastrenghi, accompagnata da una melodia più cupa e costruita principalmente da synth. "I provinciali" ha qualche cosa di meno rispetto ai precedenti brani, ma non delude. "Il corvo Joe" e "Un romantico a Milano" sono i punti più alti dell'intero disco. Il primo è più lento rispetto agli altri pezzi e il secondo è pieno di poesia e citazioni importanti per la città di Milano da antologia: “Tra i Manzoni preferisco quello vero: Piero” . "A vita bassa" anticipa un altro bellissimo pezzo "Perché una ragazza d'oggi può uccidersi?", in grado di rapirti e farti capire che questo è un grande gruppo. "Il nulla" e "Cuore di tenebra" chiudono degnamente un grandissimo disco pubblicato dalla band della provincia di Siena, da tenere d'occhio per il futuro della musica italiana in cerca di qualità.
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