Un complesso che si porta dietro da anni Liam Gallagher, il complesso di colui che non riesce ad uscire fuori dall'ombra del fratello maggiore, quello che è sempre più preparato, più esperto, più bravo.
"I Beady Eye saranno più rock degli Oasis." effettivamente è cosi, evidentemente però Liam tralascia un piccolo particolare: il più bravo non è chi fa più casino, ma chi fa più musica, ed affermando da subito che "Different Gear, Still Speeding" è inferiore a tutti i precedenti lavori scritti col fratello (quasi solo dal fratello), confermo i limiti del piccolo Gallagher.
Convincenti i pezzi di apertura "Four Letter Word" e "Millionaire", quest'ultima sin dal primo accordo di evidente influenza ' Beatlesiana ', con quella cadenza cosi anni '60 che sorprende pensare che si tratti di un pezzo scritto nel 2010. Il primo vero prevedibile tentativo di imitare lo stile Oasis lo si ha già con la traccia n°3, il singolo, già in onda massiccia su radio e TV è si un richiamo al passato, ma gira sulle stesse note vincenti ' by Gem Archer vecchio stampo ' con tanto di piano d'accompagnamento.
Si continua con "Beatles And Stones", che Liam sia monotematico lo si sapeva già, ma che invocasse i suoi miti addirittura direttamente sulla nomenclatura del pezzo non se lo sarebbe aspettato nessuno, il brano è semplice e praticamente monostrofa, personalmente ricorda come struttura "The Meaning Of Soul" pezzo che scrisse per gli Oasis nel 2005. Dopo i ripetuti e ripetitivi "Come on, come on" di "Wind Up Dream", si arriva al secondo pezzo degno di nota del disco, nonchè primo singolo estratto dal disco, "Bring The Light", che col suo stile 'old english' questa volta ben riuscito, riporta su discreti livelli il disco. Probabilmente la vera nota negativa un pò inaspettata dell'album è che dall'assenza in composizione di Noel si evince non solo una prevedibile pochezza compositiva di Liam, ma anche un mediocre lavoro del resto della band, che rende un pò scontati brani come "Kill For A Dream" e "Wigwam". Nel mezzo delle due canzoni però spicca la buona "Standing On The Edge Of Noise" con un effetto alla ' Roll With It ' ben accetto. La chiusura spetta a due lenti, "The Beat Goes On" e "The Morning Son", con un incidere malinconico ad effetto che non guasta nel complesso del disco.
Confermando le considerazioni da fatte all'inizio, il buon Liam Gallagher con questo disco è come se ammettesse i suoi limiti da song-writer, comprovando e certificando che lui starà sempre nell'ombra del 'big brother', accompagnato dai restanti Beady Eye che si limitano al compitino per la sufficienza, compitino che dinanzi alle affermazioni presuntuose durante il 'work in progress', sa davvero di troppo, troppo poco.
"Different Gear, Still Speeding", ha la parziale attenuante di essere un disco uscito con qualche decennio di ritardo, il cui titolo se lo si volesse tradurre come 'diversi equipaggiamenti, stesso eccesso di velocità', avrebbe una validità esclusivamente grammaticale e di forma, la sostanza invece dice fermamente tutt'altro.
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Altre recensioni
Di GrantNicholas
Chi considera quest’album il nuovo album degli Oasis sbaglia di brutto.
Quando arriva 'The Beat Goes On' la bocca rimane ben aperta; songwriting perfetto, malinconia beatlesiana autunnale a tonnellate e un Liam che sfodera un’interpretazione magistrale. Chapeau.
Di faber
La speed non è più la stessa senza Noel.
Un oceano di prevedibilità con pochissimo che si salva.