Questo disco non ama le mezze misure o i compromessi. È sfrontato, irriverente, grezzo e poco raccomandabile come i tre individui che l'hanno messo assieme: in arte MCA, MikeD e AdRock, tre ragazzacci da New York City. E come la città da cui trae ispirazione è sporca, caotica, alienante e disturbata, così "Check Your Head", uscito nel 1992, vuole esserne un ritratto in musica: parziale, fazioso e contraddittorio, forse, ma altrettanto genuino e sincero dal primo all'ultimo suono.
In questo calderone sonoro, vero melting pot musicale, se ne sentono di cotte e di crude: hip hop innanzitutto, ed è questo uno dei punti di forza dei Beastie Boys, tre ragazzi bianchi che si appropriano del linguaggio musicale d'elezione dei neri negli anni '80-'90, innervandolo però di influenze e contaminazioni che vengono dal rock, dal punk, dal garage. L'hip hop dunque è solo una delle componenti stilistiche di questo disco e anzi, è anch'esso graffiato e reso sporco dall'uso delle voci distorte, come nell'hit "So Watcha Want" o in "Stand Together". Per il resto, c'è una sezione ritmica interamente acustica: MikeD alla batteria e ben quattro percussionisti disseminati lungo le 20 tracce dell'album; MCA al basso e AdRock alla chitarra elettrica a dare all'insieme quel tocco "bianco", a volte hardcore punk come in "Time for Livin'", che evita ai Beastie Boys la monotonia sonora tipica di gran parte dell'hip hop meno creativo; c'è infine un musicista aggiunto, Mark Ramos Nishita, alle tastiere, organo e wurlitzer a rendere il tutto ancora più caldo e groovy.
E non finisce qui, non mancano gli effetti di scratch, gli spezzoni registrati dal vivo, le voci campionate da programmi televisivi o da chiamate rimaste incise sulla segreteria telefonica, il sitar presente in "Finger Lickin' Good" che lascia poi spazio a un sample di "Just Like Tom Thumb's Blues" di Bob Dylan (e che costò 700 dollari di diritti, ma Dylan ne aveva chiesti 2.000), e via di questo passo.
Una foto nel booklet del cd racconta questo disco meglio di quanto si possa fare a parole. È lo studio di registrazione dove è stato realizzato il lavoro (nei pressi di Los Angeles): i Beastie Boys più il gregario Mark Ramos Nishita dietro agli strumenti, luci soffuse, pieno zeppo ovunque di cavi, aste dei microfoni, giradischi, amplificatori accatastati in ogni angolo. Immagine che rende bene l'idea di saturazione sonora che non lascia mai la presa nei 53 densi minuti di questo album.
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