"Heeeeyyyyyy Ladieeeeeees!!" gridano ormai questo trio di energici e pazzi rapper bianchi ai loro concerti. Quando si ha in mano un simile pezzo pregiato del panorama rap internazionale, ci si rende conto di quanto questo genere sia ormai alla frutta in America. Basti pensare alla musica che gira adesso per Mtv, quei finti artisti che si "spacciano" per veri rapper non sono latro che impostori.
Ma questi ex rockettari, un po' fuori di testa, riescono a far innamorare di loro qualsiasi persona ami veramente questa musica particolare ed innovativa. Con questo urlo si rivolgono al folto pubblico conquistato con il primo classico "Licensed To Ill". Le cose però, da quei vecchi ma non lontani tempi sono cambiate, i Beatles hanno lasciato la Def Jam di Rick Rubin a seguito di alcune vicissitudini e reciproche accuse, forse pare per l'insoddisfazione del gruppo per le royalties incassate dal film "Tougher Than Leather" (fiasco totale, a mio modesto parere) dello stesso Rick Rubin. Purtroppo il braccio di ferro tra il gruppo e la label termina con una sconfitta per il gruppo in questione, i Beastie Boys, che devono aspettare fino al 1989 per dare alla luce questo prodotto sotto la Capital. "Paul's Boutique" vende molto meno rispetto al precedente ma resta comunque un classico del genere, una vera e propria sperimentazione dei generi più disparati con pochi accenni di black music. Un disco per nulla coerente, troviamo un assurda diversità di suoni da canzone a canzone, prodotti tutti dai Beastie Boys con Mario Caldato jr. e i Dust Brothers che danno l'imprinta crossover al disco.
Il CD si apre con "Hey Ladies", il primo singolo estratto, è diventato quasi un inno generazionale, "Shake Your Ramp" è un continuo susseguirsi di suoni diversi da loro poi ricordiamo le durissime e incisive "High Plains Drifter" e "Looking Down The Barrel Of A Gun", canzone esplicitamente crossover. Poi come non citare l'ironica "Egg Man" e i suoi suoni minacciosi nel ritornello, i cambi di velocità e la bella chitarra finale di "The Sound Of Science", la potente "Shadrach" e sopratutto "B-Boy Bouillabaisse", una traccia di ben 12 minuti (ammazza oh!) composta da ben 9 minitraccie, vero esperimento e strumento di elevazione verso hip-hop ancora da scoprire.
Tutto l'album è una botta di energia allucinante, frutto di esperimenti sonori incredibili accompagnati da argomenti goliardici (sparati sempre con quel bel rap "di collaborazione"di una volta e con un flow velenoso) e un'ironia che Mike D, King Ad Rock e MCA sanno esprimere alla perfezione mascherando anche temi più importanti. Magari a 18 anni di distanza quest'album può sapere di "vecchio"e risultare meno incisivo nell'ascolto, oppure perdere quella vena di sperimentale che si respirava in quell'anno e ardito, ma ha comunque quel sapore particolare che lo contraddistingue pur a distanza di tempo, un po' quel rap da college, quelle atmosfere che si respiravano al tempo in America.
E comunque, continuerò a ripetere ciò che penso da anni, e lo metto anche in grassetto... I Beastie Boys, o si amano o si odiano, ma vanno ammirati in ogni caso.
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