Ho scoperto questo disco per puro caso; l'ho trovato seguendo le indicazioni riportate in una news sul sito dei Baustelle, che pare stiano collaborando proprio con questa giovane e creativa artista bolognese, al suo primo lavoro discografico, che in un certo senso rappresenta un debutto anche per me, essendo questa la mia prima recensione in assoluto, nonostante segua questo sito già da un paio d'anni... ma andiamo al disco.

"Big Saloon" è il risultato di tanti esperimenti e "caustiche melodie" nate tra tastiere, organetti e tanti altri svariati strumenti musicali, quando non era ancora pensabile organicizzare il tutto in un disco da pubblicare. Questi 13 brani infatti, caratterizzati a volte da incalzanti ritmi (come le prime tre tracce Bread And Puppets, Lazy Jazy e Topogò), altre da melodie e atmosfere quasi subacquee (Moved From A Town, Coca Cola Shirley Cannonball) e dai ritmi cadenzati e lenti (Applebug And His Doll), ma senza mai cadere in suoni malinconici e ossessivi, anche perchè strategicamente alternati da brani in un certo senso allegri e spensierati (Hi! Goodbye!, Ri Ule Ule, o intermezzi di un minuto e mezzo come Brother's Bone). La voce (che canta rigorosamente in inglese) mi ha riportato a tratti a quella di Bjork, ma mi sono dovuto ricredere in alcuni brani, dove acquista una propria espressività personale, molto lontana da schemi fissi e fuori da ogni sorta di imitazione.

Un disco dove traspare molto la naturalezza, e dove non vi è alcun tipo di forzatura o tentativo di adattarsi ad un qualsivoglia stereotipo musicale, soprattutto nell'utilizzo, molto libero, degli strumenti musicali, dal piano (presente in quasi tutti i brani), alle chitarre, passando per sintetizzatori, strumenti ad arco, a fiato... insomma un po' di tutto.

E' molto difficile individuare almeno un genere musicale che influisce questo disco, pertanto preferisco non citarne alcuno, anche perchè rischerei di contaminare ogni approcio libero da pregiudizi e aspettative con questo lavoretto, nel suo piccolo (dura poco più di 30 minuti) bello e originale, che ho immaginato, durante l'ascolto, come una sorta di viaggio/sogno in un mondo fantastico e multiforme, dove sono le prime sensazioni a vincere su ogni forza razionale, dove contano i colori eterei e non le forme definite dai contorni.

Questo è tutto, spero la mia prima recensione vi sia piaciuta (nonostante ascolti tutt'altro) e che in qualche modo riusciate a procurarvi questo disco.

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