"Boom Box" è un radiolone anni 90'. Come quello che sparava "Fight The Power" a decibel da stadio sulle spalle di "Radio Raheem"; nel film "Fa' la cosa giusta"... Avete presente la scena? Un bestione stile cestista N.B.A. dal quale chiunque si sarebbe guardato bene dal chiedere di abbassare il volume...

Ma "Boom Box" è di più di un film di Spike Lee. E' anche, e soprattutto direi, l'ultimo lavoro dei Beatsteaks.

Band che sicuramente ricorderete per il recente trascorso punk rock. Del "Californianissimo" "Smack Smash" del 2004, che sembrava fare quasi il verso all'album hardcore melodico per eccellenza, "Smash" de' The Offspring ovviamente, non è rimasto più niente. Ne hanno fatta di strada da allora. Ma la voglia, e la passione quasi ventennale di una band ancora attuale ed innovativa resta però.

Dire che "Boom Box" non abbia niente a che fare con il punk puro non è una panzana,

Il quintetto berlinese ha le idee molto chiare. Ma il fatto spiazzante è che ce le confondono a noi ascoltatori, e di continuo per giunta. Le novità inserite nell'ultimo album uscito da pochi mesi (Gennaio 2011) non sono poche. Come non risultava mai scontato nemmeno quello precedente (Limbo Messiah 2007). Si rendeno impermiabili a qualunque tipo di etichettatura, che per forza di cose amiamo appiccicare dovunque.

Si, potremmo uscircene con molta nonchalance catalogandoli come una semplice band punk rock contaminata... Magari, una band punk rock tedesca crossover, di Berlino dai... Fa una certo effetto...

Ma ahimè così facendo commettereste una leggerezza non da poco: i Beasteaks hanno consolidato durante la loro lunga carriera, ed una non misera gavetta (Aprono persino ai Sex Pistols), un impatto sonoro davvero lodevole e rappresentano, secondo il mio modesto parere, uno dei gruppi più contaminati dell'intera scena punk. Hanno il punk, hanno il reggae, hanno il blues.. E voi direte fin qui niente di nuovo. Ma c'è dell altro ancora. La versatilità del cantante (Arnim Teutoburg-Weiß) gli consente di giocare con innumerevoli generi. Ed in effetti ha una voce ora possente ed urlata, ora melodica e cantabile. Graffiante e lucidamente onirica nei falsetti che vengono sussurati.

"Boom Box" è un disco dai mille volti: l'ultimo lavoro raffigura in copertina una mano intenta ad esplodere un colpo. Non da una 44 magnum. Sarebbe troppo scontato. Ma da un innocuo sacchetto di carta rigonfio d'aria. Armato e pronto a scoppiare...Come a dire "Senti qua!"...

"Boom Box" è sì una bomba: Armin e compagni attingono a piene mani dalla pop music, ska, reggae. Senza alcuna remora alternano brani in puro stile punk rock ("Behaviour") a più orecchiabili motivetti.

Fra questi ultimi possiamo nominare il primo singolo estratto dall'album. "Milk & Honey": apre con un riff "Tormentone". Sembra di mettere su un vinile anni 50'. Poi innescano il ritornello che ti marchia a fuoco definitivamente rendendosi impossibile da dimenticare, anche solo ad un primo ascolto. La voce qui rassomiglia vagamente a quella di Morrisey il cantante/leader degli "Smiths". Soprattutto nell'inciso del ritornello (..."Ever!! The coolcats i adore....uuouoaoo!!...").

Scorrendo fra gli 11 brani presenti sul disco mi balza all'orecchio "Automatic": diavolo se è un beat magico. Uno di quegli "Skanchettini spensierati" che t'arrovellano le gambe. Ti fanno agitare come un criceto impazzito dal vorticoso ruotino che tanto lo assilla.

Troverete anche "Let's See" degna di menzione, dove permane ancora un sentimento ska/danzereccio, di facile ascolto.

C'è da dire che rispetto ad album precedenti, dove ci avevano abituato a sonorità dub, ragga, reggae moderno ed ad un sound più da dancehall in fin dei conti, sembrano piuttosto attingere ai "Roots" ed a quei gruppi precursori del genere che oggi riuniamo nell'immenso calderone della reggae/ska music.

Cambia totalmente il registro con "Under a Clean Blue Sky". Un pezzo in cui le distorsioni di chitarra non si risparmiano. Le percussioni infuriano su di ritmo 3/4 isterico, seducente, ed innovativo: questo brano non è che un piccolo assaggio dell'enorme potenziale distruttivo della band:

Dal vivo, (ho avuto modo di ascoltarli allo Jahunderthalle di Francoforte) risalta agli occhi la facilità con cui giocano con i generi. Ad un certo punto pensate il cantante si lancia in assolo ai sampler, sul riff di "Angel of death" degli ammazzavampiri ;D. Il che sembra essere quantomeno inusuale per bandaccia di teutonici punkrocker. Dalla loro performance live si evince inoltre anche una certa ricerca e cura per il suono: adoperano strumenti, amplificatori e chitarre vintage, valorizzando cosi' anche la scelta di ispirarsi liberamente ad un repertorio abbastanza indietro negli anni. E ci riescono con grande efficacia.

Un disco "Boom Box" che magari potrà deludere i puritani del punk. Sicuramente strizza l'occhio ad un più vasto pubblico, e forse proprio a coloro i quali il punk proprio non lo digeriscono.

Ma senza ombra di dubbio stiamo parlando di un gruppo che ha saputo coniugare due sentimenti apparentemente contrastanti, segnando un'altra tappa positiva sia nella loro discografia sia per quanto riguarda tratti d'inconfondibile originalità, che sembra essere sempre di più un lusso e non una esigenza!

E' innegabile quanto "Boom Box" ti faccia muovere la testa senza nemmeno che tu lo voglia... Poi quando il "Riddim" cala e la grinta cresce sortiscono lo stesso effetto sorpresa che è espresso sulla cover del cd: proprio come quel colpo esploso da quel palloncino gonfiato. Dritto all'orecchio e allo stomaco dell'ascoltatore.

Emilio Pantuliano

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