E' da un po' di giorni che ho rispolverato questo "Mr.Natural", datato 1974, decimo studio album dei fratelli Gibb. Questo è un disco che ci mostra una faccia inedita del gruppo, e, anche se non è temporalmente molto lontano da quel "Saturday Night Fever", che consegnerà i Bee Gees alla leggenda grazie alle hit disco che fecero parte della colonna sonora di quel celebre film, musicalmente la distanza che lo separa da quel periodo della band si dilata davvero notevolmente.

In quel lontano 1974, infatti, i Bee Gees, dopo il successo ottenuto alla fine degli anni ‘60 con album molto belli come "Horizontal", "Idea" (datati 1968) e "Odessa" (1969), si trovavano in un periodo molto difficile dal punto di vista commerciale; infatti gli ultimi due album prodotti, "To Whom It May Concern" (1972) e "Life In A Tin Can"(1973), erano stati un completo fallimento, culminato con il rifiuto da parte della loro casa discografica di pubblicare il nuovo album, "A Kick In The Head", che proseguiva col soft-pop ricco di ballate degli album precedenti. A questo punto i fratelli Gibb si resero conto che ciò che era necessario era una virata dal punto di vista artistico, per adeguarsi ai tempi, che nella prima metà degli anni ‘70 stavano cambiando radicalmente, vista l'esplosione da una parte dei primi gruppi hard rock (Black Sabbath, Deep Purple, Judas Priest, Queen ecc), e dall'altra del nascente fenomeno della disco-music. In loro aiuto vennero Eric Clapton (che consigliò alla band di registrare il nuovo album nei Criteria Studios di Miami, dove lo stesso Clapton aveva appena realizzato il suo" 461 Ocean Boulevard");  e soprattutto dal produttore Arif Mardin, che convinse il gruppo a introdurre elementi più black oriented nel proprio sound, e suggerì a Barry Gibb di approfondire l'uso del falsetto, che poi lo renderà celebre.

L'apertura del disco è affidata a "Charade", slow song che mi porta con la mente a serate estive da piano bar, e già da questo primo pezzo si capisce come sia radicalmente cambiato il modo di scrivere canzoni da parte dei fratelli Gibb. "Throw A Penny", prosegue con i ritmi lenti della song precedente, anche se poi a partire dal bridge la canzone si anima, prima di sfociare in un ritornello molto ben riuscito e coinvolgente in cui si nota l'intoduzione di alcuni nuovi elementi tipici della musica soul americana; "Down The Road" è invece una song più veloce dai ritmi prettamente rock con qualche influenza funk, e anche questo pezzo risulta riuscito con una prestazione vocale molto grintosa di Barry. Rallentano i ritmi dell'abum per introdurre la successiva e bellissima "Voices" dove un delicato arpeggio di chitarra acustica accompagna la voce di Robin Gibb per quella che sembra essere una dolcissima ballata, anche se nel ritornello la song tende ad animarsi insieme alla voce di Barry che prende il posto di quella di Robin; mentre in "Give A Hand, Take A Hand" siamo di fonte ad una ballata pianistica dal sound solenne, che Barry rende  indimenticabile grazie al suo canto intriso di passione e di un velo di tristezza. A questo punto l'album tocca il suo punto più alto con "Dogs", canzone non molto conosciuta, ma in cui i Gibb raggiungono una delle loro vette più alte grazie a un bridge quasi disco, in cui si ha il battesimo del falsetto di Barry, e a un ritornello splendido e indimenticabile che rimane davvero stampato nel cuore; invece la title track "Mr.Natural" è un divertente rock n'roll che non fa altro che confermare la bontà del disco; segue poi "Lost In Your Love", altra ballata stupenda e molto romantica, in cui la voce di Barry viene accompagnata da delle dolci note di piano. La successiva "I Can't Let You Go" segna forse il primo passo nella svolta disco che i fratelli Gibb intraprenderanno con gli album successivi, anche se musicalmente si rimane su un funk-rock, dai ritmi però molto più ballabili, per quella che è una song comunque coinvolgente e riuscita; mentre "Heavy Breathing" è un altro funk rock, ma molto più guitar oriented e con dei solo degni di nota nel finale, che non sono certo all'ordine del giorno per una band come i Bee Gees. Chiude l'album "Had A Lot Of Love Last Night", che è la terza ballata del disco e forse anche la più bella; che colpisce per dei cori davvero celestiali e un'interpretazione molto sentita di Barry,in una canzone che riesce a trasportare e a colpire al cuore con il suo romanticismo ed il suo testo davvero toccante, che recita nel finale "I'm casting all my dreams hereto, my fish have gone to sea; and fate no longer has the faith to walk ahead of me...  I always used to think that I was better then my kind; we're all breaking promises, who will cry this time?".

Si chiude qui questo "Mr.Natural", album molto particolare ma davvero ispirato e riuscito, che non ebbe però un buon riscontro commerciale; anche se riuscì a preludere al successo futuro e ormai imminente della band, che già col successivo "Main Course", iniziò a riscuotere nuovi consensi, per quello che era un album che non si riduceva ancora a della semplice disco music; genere che invece prese poi il sopravvento nel seguente "Children Of The World" (1976), che lanciò la band sulla cresta dell'onda, insieme ai successivi "Saturday Night Fever" e "Spirit Having Flown", che la consacrarono nel nuovo olimpo della disco music.

Carico i commenti...  con calma