genere: Jazz metal
Pazzia, sclero, schizofrenia. I 'Behold... The Arctopus' suonano questo, e lo fanno anche meglio.
Il trio strumentale, chitarra, batteria e chitarra Warr (un mostruoso strumento da 16 corde, dalle più basse note del basso alle più alte note della chitarra) è dedito ad una sclerotica sperimentazione che viaggia fra metal estremo, jazz, improvvisazione, musica classica (quest'ultimo inteso in senso compositivo, non di sound!).
In un certo senso possono ricordare gli ultimi 'Ephel Duath', specie nella continua ricerca di nuove soluzioni a livello compositivo e ritmico. Per l'appunto, i pattern ritmici sono bestiali - in questo ricordano i Meshuggah - mentre la chitarra probabilmente ha scordato cos'è una "banalissima" scala, per lasciarsi andare a fraseggi che definire schizofrenici è poco.
A qualcuno questo EP potrebbe sembrare davvero troppo breve (2 canzoni per 11:13) ma nella de-opinione del de-recensore che sta de-scrivendo, la formula scelta dal trio è la più giusta. Perchè ?
Principalmente perchè una durata così breve di fatto annichilisce ciò che costituisce il maggiore difetto del jazz-metal (o tech-metal che dir si voglia): la monocordia, specie dal punto di vista emotivo. Invece nel breve spazio delle due canzoni proposte, la musica diverte tantissimo, una sorta di spuntino veloce e molto gustoso.
Consigliato a chi ama la pazzia in musica.
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