Quattro anni dopo la doccia gelata di "Rush" Anneli Drecker e Nils Johansen riuniscono le forze per l'ultima volta, e anche se l'affiatamento tra i due non è più quello dei tempi migliori quest'ultimo tentativo è un atto quasi doveroso; sarebbe stato veramente triste per un nome gloriosissimo come quello dei Bel Canto chiudere la propria storia con un fallimento, e "Dorothy's Victory" del 2002 riesce ad assicurare al duo norvegese un'uscita di scena a testa alta. La sua bellissima ed evocativa copertina (probabile ispirazione per quella di "The Diving Board" di Elton John), rappresenta alla perfezione il contesto dell'opera: il mare diventa un'enorme piscina, calma piatta, cielo sereno, la prospettiva è una grande ed enigmatica nuvola bianca all'orizzonte, l'immagine giusta su cui far scorrere i titoli di coda dopo anni di ricerca ed esplorazione.
Sulla strimizita pagina italiana di Wikipedia dedicata ai Bel canto "Dorothy's Victory" viene sbrigativamente liquidato e sminuito come un album che "vira verso una certa lounge music senza particolari picchi artistici"; potrei dire che è una gran cazzata ma preferisco mantenere un profilo più alto, in linea con l'argomento trattato, e quindi mi limito ad esprimere il mio più totale disaccordo con questa definizione assai semplicistica ed imprecisa, per usare un'eufemismo, soprattutto perchè non rende minimamente giustizia ad una proposta musicale ampia, di gran pregio e fattura squisita. Anneli Drecker è la componente più ispirata del duo, molte delle soluzioni sperimentate nel suo "Tundra" vengono riprese e rielaborate, e dal canto suo Nils Johansen ritorna a svolgere un eccellente lavoro di arrangiatore e chitarrista di supporto, eliminando completamente qualsiasi riferimento al sound freddo ed elettronico di "Rush"; quest'album non è sicuramente un ritorno alle origini e nemmeno un riavvicinamento alle sonorità del più recente "Magic Box", con cui ha poco o nulla in comune come stile e proposta musicale. L'eclettico e raffinato "Dorothy's Victory" è un disco pop con i controfiocchi, caratterizzato da un feeling molto positivo ed una particolare conformazione "stratificata" che lo rendono un esemplare unico, esattamente come tutti gli altri album dei Bel Canto, nonchè un ascolto interessante, avvincente e longevo.
"Dorothy's Victory" si può dividere in tre momenti ben definiti: un brioso synth-pop all'inizio, una parte centrale molto riflessiva ed elegante incentrata su atmosfere jazzy-lounge ed una conclusione impreziosita da variegate sfumature etniche, con un meraviglioso gran finale. Melodie ispirate curatissime, ed i picchi artistici ci sono eccome, checchè ne dica Wikipedia, come ad esempio la lunga e fascinosa "Night Lady" con la sua atmosfera da ovattato e fumoso locale notturno e un sussurro algido e sensuale, ennesima interpretazione magistrale e dimostrazione di classe per Anneli, il languore ipnotico e decadente di una "I'm Best'n Beihs", cantata in gaelico, elettronica minimale e riverberi quasi psichedelici e il surrealismo agrodolce di "Dorothy's Victory", ballata acustica enigmatica e crepuscolare. L'iniziale trittico synth-pop aggiunge freschezza e vivacità ma anche spessore, con il raffinatissimo e trascinante midtempo "Foolish Ship", perfetta pop song d'alta classe, sognante e romantica nel senso più artistico del termine che introduce il dinamico duo "Feels Like I'm Already Flying"-"You Rock My World Tonight", ritmi ballabili e vezzosi quanto basta, ritornelli catchy ed ottimamente enfatizzati ed una Anneli più che mai popstar e leggiadra.
Vivacità e brillantezza non sono prerogative esclusive del primo segmento dell'album, anche l'ultima parte di "Dorothy's Victory" offre dei momenti pop di ottima qualità, in una forma un po' più sottile, come la giocosa fantasia infantile di "Polliwog (Happy Times Fly Fast)" e il raffinato e sensuale mix elettronico-soul-barocco di "Corals, Jade And Pearls", melodie conturbanti e creative, cariche di retrogusti e sfumature, che accompagnano l'ascoltatore all'epilogo, l'ultima battuta dell'ultimo atto della storia dei Bel Canto. "Ich weiss es ist ein traum", canta Anneli, ed effettivamente una canzone come "Ladonia" (ispirata da una curiosa vicenda reale) trova la sua forza in un onirismo idilliaco ed utopistico; melodia classicheggiante accompagnata da un'arpa che ricorda vagamente i sontuosi "lieder" tipici dei primi Bel Canto, ma con un'approccio più liquido e sensuale; il risultato è un autentico deliquio, una perfezione melodica ed una bellezza mozzafiato difficilmente descrivibili a parole. Il modo migliore per chiudere una storia fatta di suoni e visioni come quella dei Bel Canto e un album veramente di gran lusso, inteso come superiore sensibilità per il bello ed il buon gusto e non come opulenza ed ostentazione; nel corso degli anni si sono susseguite voci su un possibile ritorno dei Bel Canto con nuovi ed ambiziosissimi progetti, ma ad oggi sembra che questi rumors siano rimasti lettera morta. Uno scioglimento ufficiale non c'è mai stato ed il futuro rimane nell'ambito delle speculazioni, dei wishful thinking e delle ipotesi, sarebbe bello se Nils Johansen e Anneli Drecker decidessero di continuare la storia, ma in caso contrario con "Dorothy's Victory" si sono assicurati un epilogo più che degno, straordinario.
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