Operazione nostalgia. La cameretta da matricola universitaria fuori sede, l'autunno rigido, i maglioni a collo alto tornati di moda, il vino novello delle osterie felsinee, i pomeriggi passati a girovagare tra gli scaffali delle librerie, le discussione infinite e inconcludenti sulla politica. E soprattutto il CD dalla copertina rossastra di una fantomatica band scozzese ("dove cacchio li trovi 'sti gruppi?") dal nome ridicolo e improbabile, un titolo che sembra lo slogan di uno psicofarmaco, "If you're Feeling Sinister", un disco che ti entra sottopelle e che da allora finirai per portare dentro per sempre, come un pezzo del tuo codice genetico.
Dieci anni sono passati, sembra un secolo, e l'operazione nostalgia la firmano i Belle & Sebastian rilasciando in rete (iTunes Store, al solito) la versione live di quell'album, registrata al Barbican di Londra nel settembre 2005, nell'ambito delle "Don't Look Back" Series (organizzate da All Tomorrow's Parties, uno dei maggiori festival di musica indipendente in Gran Bretagna), esibizioni in cui gli artisti ripropongono dal vivo e per intero un album della loro discografia.
A quanto pare Stuart Murdoch non era mai stato molto soddifatto degli arrangiamenti della versione originale di "If you're Feeling Sinister". Troppo minimalisti e low-fi per i suoi (ultimi) gusti che prevedono profusione di orchestrazioni barocche e derive patinate tra il glam e il funky. Detta così, l'intenzione di riproporre oggi quei brani suonava quasi sacrilega e la sola idea che Tony Hoffer, svergognato produttore di "The Life Pursuit", potesse estendere la sua malefica influenza a "If you're Feeling Sinister" dava già il voltastomaco.
E invece le peggiori paure si rivelano infondate e questo "Live at the Barbican", per la verità rilasciato qualche mese prima di "The Life Pursuit", si lascia ascoltare con piacere e riesce davvero ad integrare ed arricchire davvero qualche passaggio un po' più debole delle registrazioni originarie. Murdoch e compagni sfoderano una band da 12 elementi per questa esibizione, ma lo spirito del disco rimane inalterato: intimista, minimale, melancolico e irriverente allo stesso tempo , in una parola "twee-pop" nella sua essenza.
L'apertura di "Stars of Track and Field" quasi non si distingue dalla versione originaria, se non fosse per la prova di forza negli ultimi 10 secondi con tutta la band a premere l'acceleratore. La massiccia presenza degli archi è il vero elemento di novità e se effettivamente ci sono brani che guadagnano dalla conquista dell'alta fedeltà ("Seeing Other People"), in molti casi suonano posticci e ridondanti ("If you're Feeling Sinister" e "The Boy Done Wrong Again").
Ma ciò che più aggrada di questa prova dei Belle & Sebastian è la constatazione di come la loro maturità riesca ancora a sposarsi con la voglia di divertirsi e far divertire: l'esecuzione di "Me & The Major" rasenta la perfezione, il groove che che cambia velocità ad ogni battuta e l'indemoniata armonica a bocca che strappa applausi a scena aperta, prova di una maestria tecnica da tempo conquistata (non è un mistero che le prove dal vivo dei Belle & Sebastian esordienti lasciassero spesso a desiderare). Oggi come allora il disco non mostra punti deboli e continua ad esaltare in particolari momenti: "Like Dylan in the Movies" con la tromba strozzata di Mick Cooke in chiusura e "Get Me Away from Here I'm Dying" 'archetipo del suono dei Belle & Sebastian con gli arpeggi di chitarra e i fraseggi dell'organo Hammond.
Ed allora l'operazione nostalgia riesce in pieno e, anzi, bisogna stare ben attenti a non farsi coinvolgere troppo o si rischia persino la lacrimuccia al ricordo dei bei tempi andati.
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