Recensire un album musicale non è affatto una cosa semplice. La musica è qualcosa di talmente soggettivo che riuscire a rendere attendibile e obbiettiva la propria recensione è quasi impossibile... e comunque i commenti puramente legati alle emozioni che l'album riesce a trasmettere sono spesso inevitabili, seppur si riferiscano a qualcosa di totalmente personale.

Ora, recensire un album dei Belle & Sebastian ed essere oggettivi è una cosa possibile ma inutile. La loro musica è basata soprattutto sulle continue emozioni e il pathos che le canzoni riescono a suscitare in chi ha la sensibilità adatta ad apprezzare questo genere. Non si può affatto parlare di tecnica impeccabile, di voce da capogiro, di inni generazionali. Eppure innamorarsi di loro per me è stato fin troppo facile, per la disarmante bellezza della loro innata semplicità.

La loro musica è genuina, è delicata, e i versi che Murdoch canta quasi con timidezza in quel capolavoro che è "Tigermilk", bussano ai nostri timpani con tocco lieve, e sta solo e solo a noi accoglierli. Perché a un ascolto superficiale i Belle & Sebastian sono meno di nulla. Canzoncine orecchiabili e spesso irresistibilmente accattivanti, motivetti facili da canticchiare mentre si guida o si passeggia.
Ma provate ad ascoltare i Belle & Sebastian in maniera più approfondita. Testi profondi, spessissimo vere poesie, si mescolano in maniera molto toccante alle loro melodie, e queste sono capaci di farti compagnia sempre, ed essere adatte a svariati momenti, senza mai diventare noiose o pesanti.
Ecco, i Belle & Sebastian non sono affatto pesanti. In tutti i sensi. E questo "Tigermilk", che è una delle grandi scoperte di questa mia estate, è la prova che la loro musica, timidamente e con una dolcissima insicurezza, sa meritarsi l'affetto di tanti, e spesso anche di più.

"Oh, ne fui sorpreso. Fui felice per un giorno, nel 1975".

Ecco come inizia la toccante "The State that I am in". E leggete bene quella prima frase, che in se racchiude tantissimo. Cosa vi aspettate da una persona che ancora ricorda che fu sorpreso per essere stato felice un giorno, vent'anni prima? Una persona sicuramente che a giorni di felicità non è abituata. E allora avrete già intuito che è difficile leggere confessioni gioiose da parte di Stuart Murdoch.
E inizia raccontando di un sogno, nel quale suo fratello confessava la sua omosessualità il giorno del matrimonio della sorella. Ebbene abituatevi a questi racconti di vita comune, di storie di persone vere. Perché questo fa la band scozzese, racconta storie, storie di persone in difficoltà, storie di sogni e paure.
E "The State that I am in" ha una struttura che ricorrerà continuamente nella prima traccia dei loro album successivi: Inizia la sola voce, e pian piano si aggiungono vari strumenti, il che crea un effetto bellissimo. E' come se Stuart Murdoch si trovasse per conto suo a cantare, e magicamente delle musiche evocative si aggiungessero a lui accompagnandolo per una serie di tracce stupende, mentre egli racconta in versi tutto ciò che la sua mente brillante ha da narrare.

"Ti hanno usato, sei confusa. Scrivi una canzone, io la canterò con te. Sei calma? Tranquillizzati, presto saprai che sei sana di mente. Sei di nuovo in cima al mondo".

"Expectations" è una toccante traccia che si rivolge a una ragazza soffocata dalle aspettative e da una vita che non vorrebbe. Toccante il ritornello citato qui sopra, mentre la musica incalzante si unisce piacevolmente al cantato di Murdoch. Altrettanto toccante l'intero testo.

"Chelsea era quella che aveva subito violenze, questo cambiò la sua filosofia di vita nell'82. Dice "Occhio per occhio, dente per dente!", chi ha bisogno dei ragazzi quando c'è Lisa nei paraggi?"

"She's Loosing it" è semplicemente un tuffo delizioso nei lontani anni 20. Tutto, dagli strumenti al ritornello del pezzo, richiama tale periodo, e l'incantevole brano racconta la storia di una ragazza lesbica, la cui vita cambiò dopo aver subito violenze, nell'82. E' questo un tipico esempio dello stile B&S, con quel sapore vintage e così fortemente evocativo, che si può individuare anche nel brano seguente.

"Sei solo una bambina, piccola ragazza, perciò baciami nella guancia prima di andare a scuola"
E' facile intuire ciò che "You're Just a Baby" racconta. Un amore tra un uomo e una ragazza che ancora va a scuola, e al quale lui si rivolge trattandola appunto da bambina. Il pezzo è trascinante e abbastanza veloce, anche questo in puro stile Belle and Sebastian e con un fantastico ritornello.

"Monocromia negli anni 90, tu vai in discoteca, io andrò per la mia strada."
Ecco quello che senza dubbio è il pezzo più particolare del disco. "Electronic Reinassance" descrive la cultura disco anni 90. La canzone chiude dicendo "Prendi una pasticca e dì ciao", riferendosi appunto al largo consumo di droghe nelle discoteche. La musica stessa è creata da suoni distorti e la voce risente di un particolare effetto sonoro, e l'aggiungersi ben presto di una batteria insistente rende la canzone un momento speciale e bellissimo.

"Se tu avessi un tale sogno ti sveglieresti e faresti le cose che hai sognato?"
Questo il quesito che Stuart pone all'ascoltatore in "I could be Dreaming", un crescendo emotivo che culmina con l'eterea voce di Isobel Campbel, voce femminile che per la prima volta si fa avanti pronunciando una lunga serie di parole.

"Sai che il mondo è fatto per gli uomini, non per noi."
Ed eccoci al brano più delicato del disco. Un piano accompagna la malinconica voce di Murdoch in "We Rule The School", pezzo struggente ed evocativo dove il cantante si ferma ad osservare le iniziali NC incise in un tronco, domandandosi quale fosse la loro storia, e poi quella frase, "Noi dominiamo la scuola", scritta alla fermata del bus. E invita la persona a cui la canzone è rivolta a fare qualcosa di carino, ogni tanto, come leggersi il Vangelo, o fare una piroetta sul ghiaccio. E il modo malinconico di terminare il pezzo, con una frase pessimistica quale "il mondo è fatto per gli uomini, non per noi", mette in luce le debolezze e insicurezze nelle quali vive il cantante.

"Con la storia di Sebastian e la cantante, Bell"
"My Wandering Days are over" sembra sia stata scritta dopo che Stuart incontrò la bella Isobel, che poi divenne violoncellista e seconda voce. Il pezzo vanta il tipico sound accattivante e un ritornello di facile assimilazione, e delle liriche molto particolari: "Sai che le mie giornate da vagabondo sono terminate, significa che sto diventando noioso?".

"Non amo niente, nemmeno il Natale. Quello in particolare. Non amo niente."
Se dovessi personalmente premiare il brano con il testo di maggior impatto mi sarebbe fin troppo facile scegliere "I Don't Love Anyone". Murdoch non ha paura di cantare e ripetere che no, lui non ama nessuno, e non ama nulla. Addirittura non ama il natale. Una batteria sempre presente e un ritmo trascinante accompagnano uno dei testi più miei di sempre. E la sincerità di Stuart rende questa canzone una delle tante perle scritte dalla band.

"Perché la vita non è mai uggiosa nei tuoi sogni. E' un peccato che non vada come la vedi tu."
Eccoci alla traccia di chiusura, aperta da una suadente melodia di flauto. "Mary Jo" racconta una storia assolutamente inventata, ispirata a Murdoch dal vedere una ragazza dall'altro lato della strada in una giornata qualunque. E tanto gli piace fantasticare, al cantante dei B&S, che ne salta fuori il racconto di Mary Jo, che siede sola a casa a bere tè, e che ha passato l'inferno ma ne è uscita più forte, che ha lasciato dietro di se tanti uomini per le donne e per l'amore clandestino.

In generale il disco è un piacere che mai stanca. I Belle & Sebastian mai esagerano, mai superano la soglia, ma mai calano di tono, mai risultano vuoti. Il gruppo è composto da numerosissimi musicisti, e tantissimi sono gli strumenti messi in gioco nelle varie tracce dei loro album.
"Tigermilk", preparato in 5 giorni per un concorso universitario, gli assicura la vittoria scontata e molto, molto di più. Un'edizione limitata dell'album in vinile diventa ben presto brama di tanti, e solo anni dopo, vista l'ampia richiesta, l'album viene ristampato in CD, sempre con la sua graziosa copertina, raffigurante una giovane ragazza intenta ad allattare una tigre pupazzo.

Quello che i Belle & Sebastian erano nel loro nascere chissà se lo sono ancora, o se lo continueranno ad essere. Perché l'insicurezza, l'inesperienza, la timidezza e la delicatezza rendono "Tigermilk" bello oltre ogni mia parola.

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