Dopo la folgorante esperienza beat con I Barrittas (grandi sottovalutati del genere) nei 60, una carriera solista nei 70, Benito Urgu apre gli anni 80 con il teatro ma soprattutto con l'attività del comico, ottenendo grandi responsi fra il pubblico sardo.
Sterminata, in questi anni, la produzione di musicassette nelle quali Urgu viene colto, dal vivo, intento a raccontare le sue esilaranti barzellette, davanti a un pubblico caloroso e divertito. La summa, a livello qualitativo e di vendite, verrà raggiunta con la musicassetta "Visitors".
Ma, a mio avviso, è in "Latte & Cozze" che Benito Urgu riesce nel suo intento principale, cioè rappresentare un quadro socio-economico-culturale della popolazione sarda in un periodo (gli 80) di grandi trasformazioni e cambiamenti, nelle quali la Sardegna deve avere a che fare, e con maggior vigore rispetto ai decenni precedenti, con l'Esterno, con il cosiddetto "Continente".
Le persone interpretate da Benito provengono da diverse (perdonate il termine antiquato) classi sociali. La lingua predonimante è quella sarda, ma anche l'Italiano fa capolino in maniera abbastanza frequente.
Le tematiche sono assai varie: Dalla famiglia ("Madre e figlia", "L'alunno, il padre e il prof", "I vicini Mallus", "Scoreggie al cinema") ai personaggi emarginati della società ("Due prostitute", "L'ubriaco & la gallina", "Le flessioni inutili", "Giovanni il balbuziente"), dai carabinieri ("La fisarmonica") alle divertentissime scene quotidiane al mercato, in ufficio, in ristorante ("Aragoste vive o morte", "Il brevetto", "La testina per il gatto") fino alle questioni amorose ("Le scarpe nuove", "Gelati").
Dulcis in fundo, l'eterno dualismo fra il Sardo e il Continentale ("La 500 truccata", "L'amico del Continente").
Tutte le voci, i versi e i suoni sono dello stesso Benito, confermando in questo modo la sua grande duttilità ad interpretare personaggi differenti, e non solo sardi (i carabinieri hanno un accenno romaneso quasi perfetto), ma soprattutto la sua grande capacità di stare sempre a contatto con la gente, studiandone i comportanti (senza motivazioni opportunistiche per fini creativi-compositivi), diventando loro amico sin dal primo contatto, e creando una sorta di sociologia alternativa (non ufficiale, non dotta, non accaddemica) lontana anni luce da quella (comunque valida) libresca studiata in ambito universitario.
E' impossibile mettere per iscritto le sensazioni che si provano durante l'ascolto, aldilà delle barzellette e delle grasse risate che esse comportano.
E' di conseguenza un nastro (insieme, magari, alla musicassetta "Due Cagliaritani a New York") da avere e da ascoltare.
Provare per credere.
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