Limitare la genialità compositiva, di autori e musicisti degli anni 80, alla sola new wave è un errore banale e spesso ripetuto. Non è quindi di musica dance da discoteca o dark wave (che amo) di cui parlerò in questa recensione.
Il Mio fine infatti è di poter presentare al meglio il disco "Nebka" di B. Lew e S. Brown (già famoso come membro dei Tuxedomoon). Malgrado da un certo punto di vista già alla fine degli 80 si notò una grossa caduta della wave è una notevole ascesa della Disco Music, il 1988 riserva uno spazio d'onore a tale capolavoro, targato Crammed "Nebka" risulta essere il terzo progetto di Lew e Brown.
Lo sperimentalismo multi etnico è, da un certo punto di vista, assottigliato (riferendomi a "Douzieme Journee" del 84 altra produzione di tali artisti) "Nebka" è quindi un delizioso ritratto bigio e ombroso, nelle note di "Tori, Près De La Soierie" è possibile intravedere un deserto lontanto illuminato leggermente da quella luna, soffice e quasi impercettibile, che mai abbandonerà il nostro viaggio da perfetti sognatori. Gli ambienti riproposti sono quindi una chiara derivazione della musica araba ed egiziana ("Les Traces D'un Pon" "Qui Regarde"), tecnicamente non parliamo di atmosfere oniriche ed impercettibili, bensì di ottime sperimentazioni Ambientali ma mai dispersive e minimaliste mai appesantite.
Il viaggio continua con "Hommes Assis Devant Un Mur Chaulé" che offre una fresca ed introspettiva passeggiata in una piazza araba, dove i giocolieri del luogo mostrano le loro abilità e i mercanti cercano di attrarre con le loro merci, ma è così facile innamorarsi di tali ambienti che alle volte ci si perde in boschi immensi e rarefatti ( "Nebka" "Portrait Fidele") da cui è difficile distogliere i propri sguardi e attenzioni.
Un lavoro imperdibile, in cui la bellezza non è più fine a se stessa, gli affreschi di deserti e piazze non sono giochi New wave, ma idilli puri e arte così semplice da aver paura di poterla contaminare con i nostri giudizi.
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