I 10 brani presenti nell’album sono accomunati dalle tematiche: sono tutti pezzi autobiografici che parlano del rapporto tra uomo e uomo ed uomo e tecnologia nel XXI secolo, della solitudine, dell’alienazione, di razzismo e distanze sociali, del riscaldamento globale, dei conflitti familiari e dei problemi della vita nella società moderna; tutti i brani hanno a che fare col concetto “chi siamo noi (come specie) e dove stiamo andando”. Sono dei testi davvero meravigliosi e poetici, interpretati in maniera magistrale da Courtney Swain; inutile scendere nei dettagli: la voce della Swain è splendida e su “Land Animal” da una prova interpretativa assolutamente intensa e sbalorditiva; di gran classe!
Ascoltateli dal vivo: su YouTube ce ne sono diversi; ci sono anche due concerti integrali pubblicati dalla stessa band, e trovate anche la versione live di “Holy Ghost” e “Terror Bird“.
Dal punto di vista musicale “Land Animal” differisce dai precedenti lavori della band dove i brani avevano strutture più omogenee e si sviluppavano in lunghi pezzi nei quali le variazioni armonico/melodiche la facevano da padroni; “Land Animal” è invece più focalizzato sul groove (a detta degli stessi Bent Knee) e sulla ricerca di una forma concisa ed accessibile, risultando più immediato dei lavori precedenti, sebbene il lavoro sia complesso e stratificato e si presti a differenti piani di lettura.
Land Animal è un kaleidoscope di generi musicali, di suggestioni, di influenze diverse che scorrono fluide l’una nell’altra senza soluzione di continuità, in una maniera che appare semplice e naturale ma che invece è costruita con una perizia ed una sensibilità e capacità di sintesi fuori dal comune.
L’album si apre con “Terror Bird” nella quale ritroviamo i Bent Knee che conoscevamo…Bene! … Fantastico!… ma dopo 40 secondi tutto cambia, un ritmo sghembo che sa di dreamy pop e psichedelia spezza il ritmo e ci introduce in questo incredibile ed intenso viaggio; passando con “Hole” a pattern e ritmi improbabili, sprazzi di Nine Inch Nails e Sonic Youth che ci conducono alla terza traccia, “Holy Ghost“, che è un pezzo perfetto nelle sue strutture inedite, che vanno oltre ogni regola di “buonsenso commerciale”, ma ha una cristallina bellezza pop. Meritava una nomination nella categoria “Anthem” dei Prog Awards.
La prima parte dell’album si chiude con “Inside is” e “These Hands” con le quali la giostra continua a girare vertiginosamente, ma gira su ritmi lenti, dilatati, oscillanti tra calma, introspezione, tensione e grande intensità.
La seconda parte si apre con “Land Animal“, il brano che da il titolo all’album. Il brano concentra in 5 minuti tutto ciò che c’è nell’intero album, il risultato non suona sperimentale e ostico alla “Trout Mask Replica” o alla “Naked City” (di Zorn), al contrario “Land Animal” è un pezzo che potresti ritrovarti a canticchiare sotto la doccia, sul quale ti potrebbe venir voglia di fare dell’air drumming e nella cui intensità ci si potrebbe perdere. L’uso di violini, viole, violoncelli e tromba dona a questo ed ai successivi tre pezzi un’estetica quasi beatlesiana per la sua raffinatezza pop, nonostante continui la corsa tra indie, psichedelia, soul, folk, funk, metal, swing, minimalismo, elettronica, ritmiche irresistibili e ritornelli micidiali.
Dopo “Time Deer“, “Belly Side Up” e “The Well” che raccolgono e proseguono quanto seminato dalla title track, si arriva così alla conclusiva “Boxes“. Il brano che chiude l’album è sospeso tra Bjork ed il trip–hop più narcolettico, con chitarra e suoni in background che sembrano usciti dal “Gone to Earth” di David Sylvian, bagnandoci in un mare di quiete che lentamente ci manda giu, sempre più giu, fluttuando lievemente, regredendo, ripercorrendo al contrario la propria vita, ed alla fine resta solo il battito del cuore e la consapevolezza di aver vissuto un’incredibile, stimolate ed elettrizzante esperienza.
Le etichette e le band che ho citato qui sopra mi sono servite per cercare di dare un’idea di ciò che è la musica dei Bent Knee, ma in realtà mai, durante l’ascolto dell’album, mi sono venute in mente altre band perchè i Bent Knee hanno sviluppato negli anni uno stile riconoscibile e personale, dando vita, a mio avviso, alla più originale reinterpretazione del prog sentita da tanti anni a questa parte; perdonatemi se azzardo una similitudine ma seguo il mio ragionamento: nel 1981 i King Crimson hanno utilizzato la sintassi propria del prog per declinare la nascente new wave, ridefinendo di fatto il genere e codificando nuovi standard progressivi; oggi i Bent Knee fanno qualcosa di simile, sebbene partendo da presupposti completamente diversi (difficile immaginare come “Land Animal” sia stato influenzato fortemente, a detta degli stessi autori, dal Kendrick Lamar di “To Pimp a Butterfly” e dal Flying Lotus di “You’re Dead!“, ma d’altra parte una sintesi originale non può che nascere da imput particolari, percorrendo vie inedite per poi tornare in territori familiari): usano la sintassi del prog e dell’art rock, incorporando svariate influenze, e ricoprendo tutto con una estetica e sensibilità pop; atteggiamento progressivo applicato alla “armonia contemporanea“.
Un lavoro elettrizzante, stimolante, intelligente e non credo di esagerare quando dico che a mio avviso “Land Animal” è un capolavoro, ed i Bent Knee la band che ha riacceso in me la passione per la musica nuova (e non accadeva da tanto, precisamente dal 1993 quando restai a bocca aperta vedendo un ragazzetto dal vivo. Quel ragazzetto poi è diventato noto col nome di Beck!).
P.S. La scheda album riporta un errore: il brano "Boxes" non è la seconda traccia dell'album ma la traccia conclusiva; è segnalata una lunghezza di oltre 12 minuti, in realtà il pezzo ne dura 5 più o meno, poi c'è del silenzio e, dal 12mo minuto iniziano (per chi ha la "Special Edition" che poi è quella che posseggo io) due remix, quello di un pezzo storico come "Way Too Long" (qui completamente destrutturato) e quello della title track del nuovo album. A seguire riporto la track list coretta:
- Terror Bird – 4:09
- Hole – 3:19
- Holy Ghost – 5:35
- Insides In – 6:26
- These Hands – 5:38
- Land Animal – 5:13
- Time Deer – 4:17
- Belly Side Up – 4:15
- The Well – 5:31
- Boxes – 5:42
Tracce bonus nell'edizione limitata
- Way Too Long (Sylvia Massy Treatment) – 5:20
- Land Animal (Ben Levin Remix) – 4:40
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