Beppe Maniglia - Indians 1982
Beppe Maniglia è un vero personaggio della piazza bolognese, un chitarrista hippy- rokkettaro girovago, sopravvissuto alla fine degli anni '60,70, 80: oggi ha 63 anni, ne dimostra molti di meno: merito degli anabolizzanti, del suo sbandierato salutismo no-drugs, delle vitamine, o della musica? Le maniglie sono i suoi bicipiti e come un novello Atlante regge tutto il suo mondo su di lui. Beppe in America sarebbe stato un personaggio ideale per gruppi come i Tubes, o i Cheap Trick, o in Cats a Broadway, oppure che so, one man show a Las Vegas con spettacoli per vecchiette miliardarie ancora arrapate. Ha suonato con Cochi Mazzetti e Andrea Mingardi.
Anche il sindaco Cofferati si è accorto di lui, come un personaggio caratteristico di Bologna. Ha fatto pure la parte di se stesso con Gianni Cavina nella serie tv Sarti Antonio, con Sabina Stilo.
Sembra uscito da un film di Fellini: attacca l'ampli della chitarra alla batteria della moto ti suona giù per ore, e mostrando poi il fisico evergreen dà spettacoli circensi soffiando nelle borse dell'acqua calda: poi vende i suoi cd autoprodotti, autogestiti, autocratici, e su questo è stato seminole, pardon seminale, per tante produzioni auto...e autistiche di oggi, visto che se i cd o gli mp3 oggi si danno in beneficenza te li ritirano pure appresso ...Una volta regalavi un disco, pure la cover di una cover, la piu improbabile feccia garage o disco-music e le persone gongolavano contente. Un 33 giri di valore ti poteva finire pure nella lista di nozze. Ma torniamo al personaggio Beppe. E' stato in tv dalla Carrà, da Cecchetto, da Lippi- ma non l'hanno mai fatto suonare sic!-pure Bob Geldof l'ha cercato per partecipare ad un evento a favore dell'Africa. Conta fans e sopratutto fans-ine in tutto il mondo. Beppe Maniglia è un mito autarchico tutto da scoprire e un chitarrista di razza, migliore e molto più vario di tanti blasonati-che so, penso a the Edge, a Frampton.
Beppe Maniglia, in Piazza Maggiore, è il fenomeno da baraccone per una vasta schiera di personaggi poco ortodossi che con lui vivono la musica a buon mercato, e occupano un pò le loro giornate. Le good vibrations corrono quando lui suona e tutto questo traspare dal grandissimo trasporto e feeling santanesco con cui suona. È una figura di romantico perdente, che piano piano si è conquistato il suo sgangherato seguito. Non è un junkie, non è un flipper, non è un pinfloyd - slang americano per schizo-drughé- è un freak nel senso più lato del termine: ha fatto una miriade di album tutti rimasterizzati e on sale sul suo sito: vogliamo aiutarlo? Le sue canzoni e i suoi concept sono solo apparentemente imbarazzanti, ma il golden boy ci crede e se lo vedi suonare in playback labiale segue da solo degli improbabili cori con sintetiche voci femminili ; ogni tanto scatta un gong interiore e Beppe Maniglia ti grida : "Magica la musica di Beppe Maniglia! L'ascolterete per tutta la vita!" "Magari li vendesse Renga i CD che vendo io! Io vendo centinaia di migliaia di copie!". I suoi CD sono very low price (6 euro l'uno). No, non ridete, Maniglia è il futuro prossimo venturo di una miriade di musicisti nei prossimi, anni, chi vivrà vedrà.
Musicalmente il caro vecchio Beppe spazia da cover tuttigusti, anni '80 , Beatles, religioso, soundtrack b movies-forse in un processo quasi inconscio, medianico: questo concept album , prodotto e ideato sotto le torrri bolognesi, è un improbabile carosello strumentale di musiche romanole-tex-mex-western dalla parte degli indiani ovviamente. In primo piano le belle chitarre pulitissime, condite con tastierine anni 80, sequencer di rito, batterie programmate, qualche percussione vera. Apache è un famoso brano tradizionale, reso famoso dagli Shadows, poi Cheyenne, Seminole, Mohawk, Navaho, Mohikan, Seminole, Sioux, Arapaho, Cherokee: su alcuni ci sono pure delle venature disco-Philadelfia sound o rock 'n roll. Imperterrito l'uso della leva per il vibrato western union, che per il genere è d'uopo; alla fine esce un rocchettino indie-Fm che non è niente male.
La copertina tardo psichedelica con la fender è da urlo, un'opera di pop art che precorre il tardo Schifano delle pitture televisive. Il disco gira e rigira, come un mantra e non ti stanca mai: è un sottofondo ideale per film spaghetti western-provare a sincronizzare per credere. O per tramonti riminesi, o montani, o colli leopardiani.
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