Mi vedo già proiettato nella mia prossima estate, sulla sabbia di qualche deserto americano, magari il Mojave, con tavola da surf sotto i piedi e la convinzione di poter cavalcare desolate dune polverose in balìa di una tiepida brezza.

Scrivo dall'algido garage di un echeggiante sotterraneo e mentre lo faccio, mi accorgo di non saper poi molto di questa formazione losangelina, ma parliamoci chiaro, who cares?

So che sono in vita da un paio d'anni, neppure, e che all'attivo hanno il solo disco d'esordio, questo "Crazy for You" (2010, Mexican Summer). Fulminante, fresco e che va giù come un cicchetto rum e pera.
La sua uscita anticipò la scorsa stagione estiva e benché, per un motivo o per l'altro, ne sia al corrente da molto poco, l'ho fatto mio in ancor meno tempo.

E insomma, chi se ne frega. In fondo, ciò che conta è come il disco in questione suoni, che sapore abbia. E, almeno questo, lo posso dire per certo, magari rimandando al primo paragrafo e chiudendo il tutto con uno "ZOT!"


Negl'ultimi anni stava imperando il revival (Pains of Being Pure at Heart, Vivian Girls, etc.), o più probabilmente la continua emulazione post-"boom", di quelle sonorità provenienti dall'hinterland del pop filo-rumorista dei primi anni novanta (Black Tambourine, Velocity Girl, etc.) che, amene e di pregevole fattura, a loro volta trovavano le proprie radici nell'anti-qualità (sonora) dei Beat Happening, nelle chitarre di Gesù & Maria Catena o anche, andando ben più in là negl'anni, nelle devastanti "rivelazioni" dei Velvet Underground. Tuttavia, questo revival stava cominciando a produrre sistematicamente lo stesso disco, la copia carbone del più carino tra i precedenti.

Ecco, i Best Coast hanno smussato, o forse meglio celato, quella malagrazia, fattore divenuto oramai comune in quelle produzioni, miscelandola, nuovamente in maniera originale e quasi scanzonata, ai Beach Boys più "atletici"... ma non solo.

La biondina che ammicca dal microfono si chiama Bethany Cosentino e non è davvero niente male.

Nel 1994, Federico Fiumani cantava: "Sento l'estate in tutto quello che ho e così il tempo è un'apparenza che cambia insieme a me, solo un abbaglio di cui non so il perché".

E allora fanculo a questo inverno che non arriva mai. Oggi è estate, questo è garage surf pop e quella biondina sta strizzando l'occhio proprio a me. In garage già ci sono, e se chiudo gl'occhi, sento anche la tavola sotto i piedi. Persino io che a stento sto a galla e al mare ci vado in impermeabile per non bagnarmi.

 

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