Vi sono molti generi musicali che in realtà sono vere e proprie filosofie. Talvolta, però, si oltrepassa anche questa frontiera e si arriva a parlare di "stili di vita"; a sentire Jürgen Bartsch, il "Dark metal" rientra in questa seconda categoria in un modo esemplare. Dopo aver perso una pletora di amici e di persone care, intese fondare un gruppo con e per gente sprofondata nell'oscurità peciosa del dolore. Ecco il motivo per cui nei Bethlehem traspare questo desiderio di sfogo, questo bisogno di catarsi conforme alla teoria omeopatica di un Aristotele, soddisfatti grazie ad una proposta musicale in grado di arrecare sollievo ai pochi frammenti d'anima rimasti.

"Sardonischer Untergang Im Zeichen Irreligiöser Darbietung" (le cui iniziali, guarda caso, compongono l'acrostico S.U.I.Z.I.D.) è il disco in cui questi principi trovano la loro applicazione più riuscita e profonda; il capolavoro del gruppo che, assieme a pochi altri, ha dato il là alla tradizione Depressive Black tedesca. Quando il Black più puro non è contaminato dal Doom, esso è comunque continuamente spezzettato dal lume oscuro di un pianoforte, da lamenti, pianti sconsolati, rintocchi di campane lontane o sinistri fruscii: tutti spunti che costituiscono l'ossatura principe del Depressive canonico. Per quanto possano essere presenti sporadiche anomalie (su tutte una "Nexus" dal sapore quasi Industrial), tutta l'opera giace sotto l'ombra di un'atmosfera tanto disperata quanto unitaria, calcata ora meno, ora di più (come nel lungo monologo parlato di Cathrin Campen all'inizio di "Teufelverrückt Gottdreizehn", forse l'unico elemento un po' tedioso del disco, anche se di indubbia suggestività).

Una novità notevole è la voce di Marco Kehren, che aveva già conosciuto e lavorato con Bartsch nei Deinonychus (gruppo "Dark metal" pure quello): se l'ugola di Rainer Landfermann, prestata al precedente "Dictius Te Necare", può essere definita come "omicida", visti i picchi estemi che arriva a toccare, quella di Kehren è invece "suicida". Si passa dagli scream più fedeli alla tradizione a veri e propri piagnistei furenti, rendendo l'insieme ancora più straziante e oppressivo.

"S.U.I.Z.I.D." è un classico del Metal all'avanguardia (per quei tempi: ormai sono trascorsi tredici anni) da conoscere e riscoprire, eccellente nel dimostrare quanto un pazzo sconsolato e i suoi compari possano contribuire a dare al Metal estremo una svolta e anche una ventata d'aria fresca, anzi gelida. Un lavoro intellettuale ed enigmatico, che però riesce nella magia di spremere i nostri disagi e le nostre inquietudini per darci nuova linfa. Almeno finchè, come Cobain, non avremo perso il "comfort in being sad".

Elenco tracce e video

01   Durch befleckte Berührung meiner Nemesis (05:28)

02   Du sollst dich töten (04:19)

03   Gestern starb ich schon heute (05:11)

04   Teufelverrückt Gottdreizehn (09:31)

05   Tote weiße Marder (03:51)

06   Nexus (05:01)

07   Luftstehs'lbläh (05:10)

08   Als ich noch Caulerpa Taxifolia erbrach (04:36)

09   Tod ist weicher Stuhl in gar fleischlos' Gift (01:12)

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