La 4AD, analogamente ad altre labels (Factory, Creation, Earache...) è specializzata nel circuito di certo underground pertinente una sua peculiare sfera stilistica "di genere" riconducibile alla nozione di rock/pop minimalista d'avanguardia, molto elaborato e raffinato, essendo i nomi di punta rappresentati da autentici fuoriclasse quali Dead Can Dance, Cocteau Twins e Pixies.

L'esordio di questo gruppo olandese è in linea con certe sonorità sopra-elencate. Il nome, tradotto dall'olandese significa "Bettie to serve", nel gergo tennistico si riferisce al momento della "battuta", e cita la campionessa olandese Bettie Stove (come svelato in una recente intervista).

Una qualche attinenza con la musica del gruppo in un certo senso si può rintracciare. Essa si attesta lungo la linea del rock americano alla Dinosaur Jr-Sonic Youth-Nirvana. Il riferimento alla fase di avvio dell'azione tennistica è al cantato, risoluto e davvero brillante della vocalist Carol Van Dyck, che riesce a dominare con padronanza e sicurezza i toni alti e acuti come i momenti più morbidi e avvolgenti. Sostenuto da trame chitarristiche e sezione ritmica essenziali, il cantato di Carol da vita a canzoni rock "soniche" davvero pregevoli, quali "Balentine" e "Under The Surface", ora più sostenute e noise-pop oriented secondo la scuola di Thurstone Moore e Lee Ranaldo, come "Palomine", ora con sound chitarristico più "opaco" e volutamente "imploso" stile Nirvana, periodo "Incesticide" ("Brain-Tag").

Tuttavia è nelle ballate melodiche monumentali che ricordano il guitar-noise di J. Mascis (alla "Get Me" per intenderci) che Bettie Serveert raggiungono il culmine della loro arte musicale: "Legs" e "Healty Sick" rispondono a tali requisiti. Tra Kim Gordon e Kim Deal, Carol Van Dyck domina la scena con abilità e consapevolezza dei propri mezzi. I referenti citati sono una garanzia; l'apporto originale si può solo cogliere dall'ascolto di questo luminoso esordio, in cui la voce si inserisce in intrecci elettrici abbozzando sensuali e scultorei abbozzi figurativi in cui i singoli episodi come fotogrammi la ritraggono. Sperando che le due componenti (scuola-originalità) formino un binomio consolidato, destinato a durare nel tempo, per ora si può parlare di esordio promettente.

"Kill Rock Stars"? Meglio di no, ce ne sarà (secondo me) ancora, e a lungo bisogno

 

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