In tutta franchezza non capisco perché gli ottimi Between The Buried And Me abbiano voluto riproporre questo disco in versione strumentale, sarà che lo spirito metallaro che aleggia in me si affievolisce col passare del tempo, e io non mi ritrovo più a muovere la testa avanti e indietro facendo piovere forfora qua e là ogni qualvolta il metallo permea l'aria (ah, negli ultimi anni ho debellato il problema della forfora, grazie di avermelo chiesto), ma dopo averci tanto ragionato non ho trovato un valido motivo.
Mancano "Croakies And Boatshoes", "Roboturner" e infine "Backwards Marathon", ma soprattutto al microfono manca Tommy Giles Rogers Junior, il fulcro in lumachella senza il quale il disco non fa altro che riecheggiare dei parecchio sbronzi Dream Theater. Senza il suo falsetto-growl-non-si-capisce-bene-dove-voglia-andare-a-parare rimane solo la pura esibizione tecnica del resto del quintetto. E - personalmente - se voglio sentire quattro pirla che fanno le scale veloci veloci scendo in garage ad applaudire alla band del mio vicino quattordicenne.
Posso approvare l'acquisto del suddetto album da parte di un fanatico della band o di uno a cui piacciono le scopate a ritmo di prog, ma non è certo uno di quei must da collezione metallara adolescenziale, relegati a maturità raggiunta nelle vetrine dei negozi di dischi usati, pronti ad essere accaparrati dalla nuova generazione borchiata.
Piuttosto, in quelle vetrine, preferirei trovarci la versione "cantata". O anche no. Tenetevela sul vostro scaffale, Cristo.
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