Odio i generi che finiscono in -core: Hardcore, Deathcore, Metalcore, ecc. Per me sono solo spazzatura. Ma ne apprezzo moderatamente uno: il mathcore. Sì, quel genere che unisce i complessissimi tempi del Math Rock con l'aggressività del Metal. Se poi si parla degli eclettici Between The Buried And Me, non posso non alzare il pollice in su: questo branco di matti riesce a fare di tutto. Mi è particolarmente piaciuto l'ultimo album, uscito nel 2009, "The Great Misdirect".
Quest'ultimo lavoro del gruppo riassume tutti i generi affrontati da questa curiosa band. Diciamo che non vogliono essere etichettati: sperimentano di tutto, come Thrash Metal, qualche passaggio jazzistico, sfuriate Death Metal, intermezzi progressive. Capita spesso, infatti, che da uno scream metalcore, il gruppo passi a stacchi melodici: ditemi se questo non è un gruppo da ammirare. E' come sentire Pink Floyd e Meshuggah nello stesso disco. Parlando dei singoli brani, ce ne sono due completamente melodici, l'iniziale e malinconica "Mirrors" e "Desert Of Song", che ha un finale incredibile, con un assolo romantico. Entrambe sono corte, ma tutti gli altri brani sono davvero lunghi e completi, come "Disease, Injury, Madness", il miglior brano, o "Fossil Genera - A Feed From Cloud Mountain", che ha anch'esso un finale da ricordare, e un inizio jazzistico! "Swim To The Moon", il brano più lungo (oltre diciassette minuti) è un altro bel pezzo, che conclude l'album in maniera perfetta, mentre la traccia che mi è piaciuta solo in parte è "Obfuscation", ma solo perché prevale troppo il metalcore.
Tommy Rogers, il vocalist e tastierista, riesce facilmente a passare da un duro growl alla melodia - ricorda Akerfeldt degli Opeth -; Paul Waggener delizia l'ascoltatore con assoli memorabili, si veda la già citata "Desert Of The Song", e anche lui ha un'ottima dose di tecnica. La sezione ritmica, composta dal bassista Dan Briggs e dal batterista Blake Richardson, è stupefacente, rocciosa, a tratti anche jazzistica. La durata dell'album è di un'ora: qualcuno potrebbe dire che sei brani per una durata totale di un'ora sono troppo pesanti. E io dico che il lavoro, nonostante la sua lunghezza, non è mai prolisso proprio per l'elemento caratterizzante del gruppo, cioè la fusione di più generi. Non ci si annoia mai con gli assoli di Waggener o con le spettacolari linee di basso di Briggs. E quando Rogers suona le tastiere, riesce sempre ad essere molto virtuosistico.
Ecco, nel descrivere questo capolavoro, sarò caduto pure nel banale, ma lo ascolterei per ore e ore. Grazie, Between The Buried And Me, eroi multiformi.
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