Abdicate le stravaganti collaborazioni con Lady Gaga e uccisa l'alter bionica Sasha Fierce, la splendida Beyoncé torna sui propri passi sfornando il quarto lavoro in studio, battezzato, appunto, "4". Lungi dal riproporre l'arcobaleno fin troppo cangiante del predecessore (dialetticamente suddiviso in atmosfere romantico - sdolcinate e analoghe frivolo - festaiole) o le composizioni total Urban - R&B del debutto, Miss Knowles modella un autentico milkshake di brani "multicolor" aventi per comune denominatore l'intima e passionale sensazione funky - slowjam dei tempi andati.

A rendere l'album decisamente meno poppish/mainstream contribuisce un autentico plurisposalizio voce - orchestra - strumentazione disseminato nel notevole corredo di generi proposti - classico R&B/Urban, liriche ballate, accenni swing, rock, funky, soul - disco, afro-tribal e ambient -   testimoni in buona parte di un saporito concept retrò - evergreen (soprattutto '70 e '80) quasi dominante nell'album. Ai nostri padiglioni, dunque, un curriculum di slow - midtempo semplici e immediate, distanti anni luce dalle odierne artefatte tendenze club e relative ridondanze.

La tracklist debutta con il singolo promozionale 1+1, teatrale ballad rock - unplugged a climax vocali alternati e leggere schitarrate elettriche, ottima porta di ingresso di un disco che sproloquia ulteriori romanticherie col secondo estratto Best Thing I Never Had, caloroso e lento brano R&B in tipico Beyoncé style, e nell'iper sentimentale connubio soul - R&B intercalante di I Care. Fissi sul capitolo ballads, il podio è raggiunto pari merito da I Miss You e I Was Here: mentre il primo brano si perde in una nenia R&B addolcita da un lieve contorno ambient - trance, il secondo rappresenta l'iperbole indiscussa del concept romantico beyonceiano e contemporaneamente il sipario trionfale delle zuccherosità ivi contenute, amalgamato fra decise percussioni, corposi archi e notevoli vette vocali.

Balzando al mucchietto di tracce più dinamiche immediatamente si percepisce il mood funky - retrò maledettamente ispirato ai leggendari seventies - eighties, risorsa ormai imprescindibile in un music biz piuttosto carente in fatto di innovazione.
Positive segnalazioni di merito, quindi, per la marcia folkloristico - tribale - etnica di End Of Time, il mood "tibetano" di Start Over, la tradizionale ricetta Hip Hop/Urban in Countdown, la funkissima Party (con featuring di Kanye West e Andre 3000) al bivio fra Hip Hop e Soul revival, e Love On Top, pezzo fortemente influenzato dalla disco - soul anni '70 - '80. Conclude il tutto il tripudio danzereccio di Run The World (Girls), perfetta e stilizzata metafora della panterona culomovente, emancipata, scazzosa, ammiccante e asceticamente sensuale.

Termino la recensione per lasciar penzolare in tranquillità le vostre lingue gocciolanti. E sottolineo che qualsiasi apprezzamento sulle succulente fattezze della signora Knowles è dal sottoscritto approvato a priori. La copertina ne è solo lo stuzzicante aperitivo.

Beyoncé, "4"

1+1 - I Care - I Miss You - Best Thing I Never Had - Party - Rather Die Young - Start Over - Love On Top - Countdown - End Of Time - I Was Here - Run The World (Girls)

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