Nell'hardcore americano degli anni 80 il Texas è sicuramente stato patria dei più particolari gruppi, che hanno saputo fondere questo genere con altri. Basti pensare alle chitarre blues dei primi Dicks, all'estrema musica dei D.R.I. poi sfociata in un crossover col thrash metal, ai lisergismi dei Butthole Surfers e, infine al funk dei Big Boys.

I Big Boys di Austin erano noti al pubblico per i loro show demenziali, ricchi di costumi e colpi di scena, trattenuti dal cantante ed eccezionale frontman artista e omosessuale Randy 'Biscuit' Turner (che, sfortunatamente, è morto alcoolizzato nel 2004) e, insieme ai JFA, come fondatori del movimento skate-punk, grazie alle frequenti apparizioni su Thrasher, la bibbia dello skateboarding negli 80 e il fatto che tutti i componenti fossero ovviamente, skater.

Ovviamente, poi, la musica: la voce sguaiata di Randy Biscuit, una solida base ritmica e sopratutto la chitarra schizzata di Tim Kerr (da procurarsi una foto dei suoi capelli) creano un mix devastante che non si ferma all'1234 e alle parole sputate nel microfono tipico dell'hardcore ma, partendo da questo genere (Apolitical, Lesson) approda a nuovi lidi come New Wave (Sound On Sound) Funk (Work , Funk Off) lo Swing (Pazzesca la cover di "Hollywood Swinging") e si abbandona addirittura a sperimentazioni con scratch tipici del rap ("Common Beat"). Questo devastante melting pot (ma ve la siete sentita "Brickwall" ?) ha sicuramente influenzato vari gruppi, tra cui, mi azzardo a dire i Red Hot Chili Peppers, che peraltro hanno aperto, nei loro albori, alcuni loro concerti.

Però il binomio punk funk penso sia stato un po' troppo messo da parte, e sinceramente, meriterebbe essere riscoperto e che preferisco di gran lunga alle contaminazioni ska-reggae per cui troppi poveri pezzi di plastica circolare sono stati, specie negli ultimi anni, sacrificati

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