Pubblicato nel 1986, "The Seer" è il disco che chiude la prima e fortunatissima fase della carriera dei Big Country. Insieme a "The Crossing" e a "Steeltown" è l'album che riassume una vicenda artistica che, nonostante una partenza elettrizzante e sicuramente originale, è riuscita solo in parte a mantenere le sue promesse iniziali preferendo replicare stancamente una formula musicale ben consolidata.
Benchè leggermente inferiore ai suoi due illustri predecessori, "The Seer" è un'opera piacevole e di successo grazie alla presenza di una sequenza di brani ben strutturati, facili e di sicuro impatto. Canzoni tecnicamente ineccepibili ma che pagano, purtroppo, una produzione troppo patinata e pulita da parte di Robin Millar. Il grande Stuart Adamson, leader indiscusso dei Big Country, regala in quello che è conosciuto come il disco dell'aquila la famosissima "Look Away", uno dei cavalli di battaglia del gruppo. Un vero e proprio tormentone con un incedere epico che gli permisero di raggiungere le zone alte delle classifiche britanniche e che all'epoca venne scelto come primo singolo per il lancio del disco. Sullo stesso livello si pongono anche la notevole "The Teacher", la misteriosa title track, che vede la partecipazione straordinaria della brava Kate Bush e l'emozionante "Eiledon", una delle creazioni più riuscite di Stuart Adamson grazie al sapiente uso dell'e-bow nella parte introduttiva del pezzo. La bucolica e romantica "Hold The Heart" e la scatenata "Red Fox" mantengono un buon livello della qualità del disco mentre i brani rimanenti risultano poveri di contenuti. "One Great Thing", con il suo video ridicolo, alla lunga risulta noiosa e ripetitiva. "I Walk The Hill" e "Remembrance Day" si limitano invece a ricalcare lo stile tipico dei Big Country mentre la conclusiva "Sailor" è incompiuta.
Nonostante queste considerazioni al momento della sua uscita, "The Seer" ebbe un buon successo e fece conoscere i Big Country anche al di fuori dei confini europei. "The Seer" inoltre rimane l'ultimo lavoro di successo di una band valida che nel corso della sua carriera ha scelto di non mutare troppo le sue precise coordinate musicali mantenendo un sound particolare e riconoscibile. La vicenda dei Big Country, come è noto, è poi proseguita mantenendo un basso profilo ma assolutamente degno di nota grazie ad opere rispettabili, valide e in linea con il loro glorioso passato.
Carico i commenti... con calma