Il progetto nasce nel 1971 a Memphis dall’incontro tra la band Ice Water, capitanata dal chitarrista/cantante/compositore Chris Bell, e l’enfant prodige Alex Chilton, voce solista dei Box Tops… subito decidono di cambiare l’acronimo in Big Star ed un anno più tardi licenziano per la piccola etichetta Ardent il loro debutto “#1 Record”.
Nella mente di Chilton (un po’ spostata) c’è l’ambizioso progetto di rinverdire i fasti del power-pop, attraverso strutture che pescano direttamente dalla tradizione dei gruppi “British Invasion”, che meno di un decennio prima avevano portato una ventata d’aria fresca, nello stantio mercato musicale americano. Per cui la melodia dei Beatles, le costruzioni bluesy degli Who, il pop sofisticato dei Kinks, amalgamati con le ariose armonie dei Byrds; sono le caratteristiche attraverso cui Bell e Chilton inseguono il sogno di scrivere canzoni pop perfette, così da raggiungere il successo (enorme) che quest’ultimo ebbe con i Box Tops nel 1967 (a soli 16 anni).
Una sequenza stupefacente di autentiche perle pop si snoda attraverso i solchi di questo vinile, con un retrogusto tutto glam, che però non permette alla band, nonostante le ottime recensioni ottenute, di scalare le classifiche come sperato; anche grazie alla scarsa distribuzione, dovuta ai pochi mezzi a disposizione della Ardent. Ma ballate sognanti come “Try Again” e “ST 100,6” o robuste power-pop songs come “In The Street”, “When My Baby’s Beside Me” o l’acustica “Watch The Sunrise” fanno di questo lavoro una pietra di paragone per tutta una serie di bands che fiorirà negli anni a venire, per cui si possono sentire i semi dai quali germogliano progetti come Tom Petty And The Heartbreakers, R.E.M., The Replacements, Teenage Fanclub, The Posies… solo per citarne alcuni fra i più influenti.
La band è in costante equilibrio isterico, e fin da questo primo lavoro, le tensioni e le liti fra i due protagonisti sono veementi, tanto che Chilton non perde occasione di ricordare all’amico/rivale del suo successo precedente, che gli permette anche un maggior credito presso i fans e la stampa specializzata. Questa tensione durerà fino al 1975 (anno di realizzazione del secondo lavoro “Radio City”), quando Bell, esausto, lascerà definitivamente nelle mani di Chilton l’intero progetto (se ne era andato una prima volta dopo l’uscita di “#1 Record”), per poi andarsene del tutto nel '78 a causa di un incidente stradale. Chilton entrerà progressivamente sempre più in uno stato di paranoia da successo mancato, fino alla lavorazione del terzo episodio “Third/Sister”, lasciato incompleto e stampato solo anni più tardi, come per lo “Smile” di Brian Wilson un decennio prima.
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