Quando si parla di Billy Bragg le parole contano più della musica. Ed il contenuto dei temi di questo lavoro lo si intuisce già dalla copertina, da quella metà di bandiera inglese, quella bianca con la croce rossa. “ England Half English” é un concetto coniato per la prima volta da Colin Mc Innes (autore fra gli altri del romanzo “Absolute Beginners”) per descrivere l’Inghilterra degli anni ’50, che stava diventando sempre più multirazziale e ricca culturalmente. E questa è l’identità inglese che Bragg rivendica, senza lasciare che il termine di “englishness” venga rubato da poveri idioti nazionalisti. Ma Bragg, attivista di Red Wedge e il più politicizzato cantautore inglese, con le sue origini folk, riesce ad affrontare anche i temi del malessere di oggi:” I grew up in a company town/And I worked real hard/‘'til that company closed down/They gave my job to another man/On half my wages in some foreign land/And when I asked how could this be/Any good for our economy?/I was told nobody cares/So long as they make money when they sell their shares”. Fa venire I brividi, 10, 15 anni fa parlava delle battaglie sindacali sotto la Thatcher, oggi racconta di quegli stessi lavoratori che hanno perso il posto a causa della globalizzazione, che arricchisce la classe dirigente ed impoverisce i lavoratori, senza che gli immigrati aggrediti dalle destre in cerca di facili voti sfruttando il malessere, c'entrino qualcosa. E ne parla in maniera semplice, diretta ed efficace. “The ballot box is no guarantee that we achieve democracy/Our leaders claim their victory when only half the people have spoken/We have no job security in this global economy/Our borders closed to refugees but our markets forced open”, da “NPWA”. In “Some Days I See The Point” veniamo colpiti anche musicalmente dalla calma serenità della canzone, rassegnata, “Never saw a meaningful tv advert, I don’t think shopping is a metaphor for life/Don’t waste my time at the gym in the morning, try to keep trim by living my life”.E poi c’è anche la canzone d’amore, come quelle che lui sa scrivere, ci ricordiamo “Greetings To The New Brunette” dall’album “Talking With The Taxman About Poetry”. Qui la canzone si chiama “Another Kind Of Judy”: “I was 35 going on 17/I was missing in action on the local scene/But she turned out to be another kind of Judy” con “…another kind of Judy” sottolineato ad ogni strofa da un irresistibile riff di chitarra. Bellissima canzone. A dirla tutta però il Bragg che preferiamo era il puro folk singer di “Life’s A Riot” quando solo con la sua chitarra cantava di essere il “ Milkman Of Human Kindness”, col suo accento di working class dell’Essex che qui notiamo curiosamente solo in “Some Days…” quando pronuncia ‘waves’, ‘ waaaivs’ . In questo disco ci sono invece tanti strumenti, forse troppi, anche se si apprezza la durezza arrabbiata del rullante che taglia l’aria. Proprio fastidiosi invece alcuni fiati “ragga” ma forse era nel concept. Forse abbiamo citato troppi testi, ma solo le parole di Billy Bragg possono descrivere Billy Bragg, ultimo left-wing-folk-singer. “There is power in a Union” da “Talking with the Taxman…”-1986. E Bragg è ancora qui più attuale che mai.
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