Per tutto il pomeriggio sono stato in giro con chi ero venuto ad Imola, a fare un cazzo e a bere birra bollente. Ciò che era al di fuori della musica all’autodromo faceva cagare, tipo, tende fitness e massaggi: proprio delle stronzate emerite. La birra era venduta a peso d’oro. All’inizio suonavano quelle merde dei Negramaro. I Mercury Rev, neanche visti da lontano, per questo forse mi spiace un po’. Facendo gli occhhi dolci alla tipa che vendeva i biglietti, ci siamo fatti dare i braccialetti per l’”isola felice” proprio davanti al palco. Ci siamo andati, senza ritorno, quando Billy Idol era a metà del suo concerto. Era bravo cazzo, io neanche lo conoscevo all’epoca. Il pubblico era tramortito, si vede che aspettava Slash e non gliene fregava un cazzo di Billy. I mitici Velvet Revolver si sono fatti aspettare un casino, montavano un palco da vere rockstar. Slash era ingrassato, la sua faccia non si vedeva nemmeno dietro a quel pelo da animale che gli scendeva ovunque. Suonava come certi chitarristi esaltatissimi, quelli che lo imitano nelle cover band di paese. Era tutto uno schifo: loro, il repertorio, i loro vestiti e soprattutto l’atteggiamento da dei, mentre erano soltanto dei pagliacci. L’unica cosa bella è che la gente si tirava un sacco di acqua, che passavano le crocirossine, la cosa rinfrescava in quel caldo infernale.

Ora premetto una cosa. Io non sono un gran fan degli Oasis, all’epoca non avevo nemmeno ascoltato l’album aborto che avevano partorito pochi mesi prima. Però con loro avevo iniziato a sentire un po’ di musica seria, questo sì.

Finalmente il pubblico si risvegliò, al calar del sole e del caldo. “Oasis, Oasis, Oasis”. La folla si fece più compatta ed irriquieta. Non mi veniva neanche voglia di pisciare. Non mi ricordo come sono entrati, mi pare fosse buio il palco. Me ne accorsi perché la gente ha cominciato a spingere, da tutte le parti: qualcuno voleva scampare alla morte per soffocamento, altri erano attirati da luci accecanti del palco. Ormai, cazzo, sono passati due anni, non posso ricordarmi con che canzone hanno cominciato i fratelli Gallagher, era di sicuro una di “Don’t Believe The Truth”. Ho sentito cantare solo i fan, talmente tanto urlavano. Liam aveva una voce di merda, peggio del solito, ma questo non poteva importare a nessuno. Ogni tanto il palco sparava delle luci pazzesche, che facevano venire addosso alla folla l’aria fresca. E intanto tutto il fragore delle due chitarre grattate degli Oasis. E poi è arrivata “Champagne Supernova”, mica male come canzone. Ad un certo punto Liam si stacca dal microfono e se ne va dietro le quinte. Subito dopo eccolo di ritorno. Si sentiva in dovere di congedarsi almeno, ha salutato tutti e se ne andato definitivamente. La folla non si è accorta subito del pacco che l’era stato tirato. Il concerto proseguiva: ora cantava Noel, con la sua voce chiara e melodiosa, cantava i suoi pezzi, “Wonderwall”, prima che diventasse la canzone dei papa boys, o come cazzo si chiamano quelli.

Alla fine, neanche un’ora e gli Oasis, o quello che di loro rimaneva, correvano dietro i ripari. E lì sì che il pubblico si incazzò. “Liam, Liam vaffanculo”, lanci di bottiglie di plastica ai poveri camermen. In fin dei conti, gli Oasis hanno fatto i soliti stronzi di Manchester.

Lì per lì m’ero anche divertito, m’ero infraidato, ma a distanza di anni con occhio severo giudico una merda quell’edizione dell’Heineken, e dico che avrei preferito andare a vedere i R.E.M il giorno prima, anche se c’erano i Green Day.

Negli ultimi anni l’Heineken Jammin Festival è diventato un evento per metallari o nostalgici dell’hard rock anni ’80 e ovviamente per i fan di Vasco. Quasi nulla di nuovo. Nonostante sia grosso come festival non è sicuramente più il più bello d’Italia,e a confronto dei festival come Torino Free Festival e Ferrara Sotto Le Stelle fa schifo, poi quest’anno soprattutto, che lo fanno addirittura a Mestre, quindi immaginatevi solo.

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