Chiusi gli anni '70 al top della fama e delle vendite di dischi, grazie a hit mondiali quali "Honesty" e "Just the way you are", tanto per citarne due... il cantautore americano prova a cambiare pelle. Sin dalla copertina del disco si capisce il suo cambiamento dove Joel compare vestito come un tipico teppista newyorkese intento a scagliare una pietra su un'enorme vetrata.
La virata verso il rock è palese fin dalla prima traccia "You may be right" che non avrebbe affatto sfigurato in qualsiasi disco degli stones dell'epoca. Il ripescaggio rock'n'roll è evidente in tracce come "Sometimes a fantasy" e "It's still rock and roll to me", quest'ultima sarà l'ennesimo singolo di grande successo. Ombre hard-rock spuntano in "Close to the borderline" e "Sleeping with the television on", mentre il reggae fa capolino in "I don't want to be alone". Il capolavoro del disco è "All for Leyna" dove Joel riconferma la sua vena romantica unendola ad una interpretazione struggente e di grande impatto.
Questo disco sarà il primo di una trilogia che porterà Joel alla riscoperta di vecchi suoni. Il passo successivo sarà "The Nylon Curtain" dove compariranno echi beatlesiani e "An Innocent Man" dove invece compariranno rock'n'roll anni '50, soul e gospel.
Un disco riuscito, in definitiva, che riconferma Billy Joel come uno dei maggiori songwriter di questi ultimi trent'anni, spesso sottovalutato, basti vedere le polemiche che sono sorte per il concerto gratuito del prossimo 31 luglio a Roma. Qualcuno sostiene che non sarà in grado di riunire gli spettatori che riunirono Mccartney, Simon & Garfunkel ed Elton John gli anni passati... ma quel qualcuno non ha provato a mettere a confronto la carriera solista dell'ex Beatles con quella di Joel...
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