Non finirò mai di ripetere che le cose migliori sono stete fatte trent'anni fa.

Questo disco, per esempio, è una delle tante prove in cui la commercialità e l'immediatezza non hanno il significato negativo che oggi attribuiamo al panorama pop. Nove piccole perle melodiche riempite di arrangiamenti perfetti dove è la semplicità a farla da padrona abbandonando ogni tipo di sfarzo che un genere pop-romantico come questo richiederebbe per essere più emotivo.

Il disco è datato 1977, anno in cui l'europa e soprattutto l'inghilterra conoscevano la violenza e la rivoluzione del punk dove, dopo un decennio di suite e geniali strumentisti, tutto veniva ridotto a due accordi, urla e brevità. Nello stesso anno Billy Joel pubblica non di certo un album epocale o rivoluzionario, ma con una manciata di gemme pop vende dieci milioni di copie, conquista il mondo e vince un grammy (miglior brano "JUST THE WAY YOU ARE"). "The stranger", lo si capisce subito, ha come unica pretesa quella di farsi ascoltare  perchè semplicemente è bellissimo.

Il superlativo è il minimo se si pensa alla qualità dei brani e la versatilità di generi con cui Billy Joel si diletta nella composizione.

Si parte con "Movin' Out (Anthony's Song)" in cui a farla da padrona è un testo simpatico cantanto in maniera molto divertente (a parere mio si ispira ad "Obla Di Obla Da" dei Beatles), con l'aggiunta di una base sonora che ricorda i locali di New York dei film pieni di fumo e belle signore. Il ritornello è eccezionale e si distacca dalla canzone prendendo una piega melodica più vicina alla psichedelia inglese.

Il disco prosegue con la Title Track e il suo memorabile fischiettio iniziale. Ottima performance canora di Joel con una strofa molto interpretata impastando le parole per arrivare ad uno scioltissimo ritornello in falsetto; FANTASTICO. Alla terza posizione l'hit "Just The Way You Are" che, anche se il sottoscritto non l'ha mai amata molto, è di innegabile raffinatezza e gusto; sospesa fra una ballata e un mid tempo.

Ecco che arrivati a "Scene From An Italian Restourant" Billy Joel ricorda di essere figlio del suo tempo con una piccola e pretenziosa suite che parte come una ballata per poi diventare una divertente canzone pop-rock ottima per gli stadi con i suoi "OOOOO" per poi in finale riprendere il motivo iniziale. Arrivati a questo punto ci si è accorti di come sia presente in forma massiccia il Sax che rende particolare sia il suono di questi pezzi che il loro conseguente successo di pubblico.

"Vienna" riporta ai primi lavori di Billy Joel con le sue atmosfere romantiche. Ecco un'altro singolo con "Only The Good Die Young" e il suo rock che anche qui risulta alla fine dell'ascolto divertente. In questo album album infatti sembra che l'artista voglia emozionare con le sue ballate e divertire con i brani più movimentati portando di conseguenza cosi alla semplicità di cui si parlava all'inizio.

Arriva in successione "She's Always A Woman" di cui penso sia inutile scrivere qualche parola: UN CAPOLAVORO.

Il disco chiude  in fine con "Get It Right The First Time" e i suoi "LA LA LA LA LA" e il gospel/soul di "Everybody Has A Dream" e l'ennesima ottima esibizione vocale di Billy Joel.

Un disco di altri tempi.... tempi bellissimi.

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