Bilskirnir era la dimora di Thor, divinità germanica conosciuta anche ai profani per mille e un motivo, era il nome del suo castello che, tradotto dal norvegese antico, starebbe a significare più o meno “lampo luminoso” o “lampo di luce”. La leggendaria località conosciuta come Asgard, l’insieme di “sale” dove risiedevano le principali divinità del pantheon centro nord europeo, aveva in seno anche Truðheimr o “casa della forza”, lì sorgeva la dimora del dio rosso, il nume tutelare degli esseri umani, l’instancabile guerriero che ucciderà il grande serpente alla fine dei tempi…
Dopo questa breve ma doverosa premessa, torno a recensire un progetto musicale poco conosciuto alle masse ma meritevole della preziosa attenzione di chi ama l’estremo in musica. Widar è l’anima e il corpo unico che muove questa proposta tutta tedesca, l’unica foto che circola lo vede tra alberi spogli, come da copione, con una maglietta del sempiterno Burzum, fonte di evidente ed assoluta ispirazione. Questo marchio in verità è in circolazione, nel tormentato circuito underground germanico, dalla metà degli anni 90, ha all’attivo molti demo, EP e split, partecipazioni a raccolte e collaborazioni varie e (purtroppo) solamente quattro album… Dico subito e senza riserve che tutti e quattro sono autentiche perle per chi è in cerca del miglior metallo pagano, lo stile marcia sui sentieri del già citato Conte e dei migliori Graveland, tanto per citare un gruppo a caso (Pagan Front incluso) e questo che ho scelto è il secondo dei quattro. L’atavismo della fede è qui a ricordarci le nostre radici all’interno di quella Madre Terra che è custode del culto antico, ci sprona a non dimenticare le antiche tradizioni religiose e spirituali, ci rammenta che il Sole è Dio ma, come diceva un celebre tedesco: “Nessun albero può arrivare al paradiso, a meno che le sue radici non raggiungano l'inferno” ed è proprio dalla profondità della Terra che Widar ci urla il suo messaggio, il suo scream è lacerante e ossessivo, un lento e solenne latrato che va direttamente allo spirito del lupo ancestrale, che scende per risalire e fare a pezzi quello che sembra ormai consolidato dalla Storia, il suono è ricco di passaggi cadenzati e di cavalcate tipiche del genere in esame, tutto si mescola e si fonde con le parole che il nostro ci ulula ed il risultato è terribilmente affascinante, complice una produzione rozza, a tratti caotica, degna dei tempi migliori della Fiamma Nera. Bilskirnir del resto rimane un progetto “di nicchia”, una di quelle gemme difficili (ma non impossibili) anche da reperire, certo, oggi sulla rete si può sentire tutto e tutto si ascolta così come si dimentica, ormai si è perduta per sempre la magia di comprare un album, di cercarlo fino allo stremo delle forze o di “incontrarlo” per caso in uno di quei negozi che chi ha attorno ai 40 anni ben conosce ed ha frequentato… Ad ogni modo, qui siamo nel più sincero e brutale Pagan Black Metal della miglior specie, Widar è un eccezionale Berserkr che saprà guidarvi attraverso il suo modo di vedere e di sentire, se vorrete, troverete spunti esaltanti e tutto il feeling che questo genere non dovrebbe mai e poi mai dimenticare per continuare ad ardere.
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