Merita a mio avviso una certa attenzione questo lavoro di Geir Jenssen aka Biosphere, album che ha suscitato in me senzazioni e visioni del tutto personali. Una luce particolare brilla dentro i solchi di questo album… Sarà forse per la copertina, che riprende le immobili distese ghiacciate dei paesi nordici, a cui la musica in un certo senso richiama, eppure non è solo questo.

Pace, solitudine, perlustrazioni intimistiche e personali, altri mondi, cose che si vorrebbe esistessero, richiami a certi luoghi del pianeta, a certe situazioni, sempre e comunque visioni solitarie, dove l'uomo è solo una presenza occasionale. Si apre con "Nook & Cranny" una delle più intense e personalmente più sentite di tutto l'album: un battito soffuso, quasi un cuore che pulsa, a cui si associa una tenue melodia di tastiere impostate per suonare come un violino, nascoste, soffuse, eteree. Tutto sembra perdere di importanza, esiste solo un gran senso di pace. Si passa a "Le Grand Dome", atmosfere più "terrene", un attutito battito brackbeat a tenere il tempo, voci perse nel vuoto. Ideale per rilassarsi al ritorno di una serata movimentata, con le luci spente in auto, e la luna piena che getta la sua luce prima su un campo, poi sullo specchio d'acqua di un lago, in solitudine. "Grandiflora" solo un intermezzo ad introdurre "Black Lamb & Grey Falcon", un sincopo di basso irregolare che persiste per tutto il brano, vari innesti musicali cupi, onirici, persi nel tempo, da un senso di minaccia incombente, creature che popolano un bosco, mentre il vento soffia sui crinali, un arpeggio di (chitarra?) "frattura" le atmosfere al fine di renderle più abissali, oscure ed inquietanti.

"Miniature Rock Dwellers" un altro intermezzo ad introdurre "When I leave", traccia su temi simili a "Le Grand Dome" ma un piglio più dance. "Iberea Eterea" procede in progressione, è animata da un "energia" interiore che la fa volare verso orizzonti lontani: un crinale d'alta quota spazzato dal vento, con la neve che si solleva e crea mulinelli, oppure la visione del paesaggio in movimento mentre sei con un piccolo aereo a bassa quota, con case, campi, alberi, boschi, spiagge, che schizzano via sotto di te e intorno a te. "Moinstered & Tried" l'apice minimalista dell'album, una quasi impercettibile aria ambient si accompagna alla caduta di minuscole gocce che impattano chissà dove. Soffusa e dispersa, surreale e magica, semplice ma di grande effetto. "Algae & Fungi" pt 1 e 2 mi hanno colpito meno, un inizio promettente che degenera in una sezione brackbeat frenetica e un po' insipida, il lato forte di Jenssen forse non sta nel ritmo***. ;-) "Too Fragile To Walk On" la chiusura di questo disco su atmosfere più drammatiche che, lentamente, ti accompagnano alla fine di questo viaggio.

Da ascoltare solo nei momenti "giusti" e, forse, anche nelle condizioni paesaggistiche adatte, decisamente poco adatto alla città e alle zone molto caotiche! (escluse "Le grand Dome", "Black Lamb & Grey Falcon") Tuttavia queste, come anche la recensione, restano interpretazioni del tutto personali, assolutamente non condivisibili. ;-)

*** Per quanto riguarda "Algae e Fungi" consiglio di ascoltare la "candelaria version", che compare sull'ep della touch. (N°13) Tutto un altro paio di maniche!! Racchiude inoltre lavori di Fennesz, Hazard, Light.

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