Quanto tempo è trascorso da quando ce ne stavamo storditi dal peccato a provare il perverso piacere carnale di quegli affondi tellurici, sicuri che da Windy Wellington sarebbero potute soltanto arrivare altre ramate interstellari, altri orgasmi noise per noi piccoli europei amanti della botta, del tutto ignari del Giudizio, noi finti immortali devoti della pura violenza astrale di Birchville Cat Motel.

Sembra passato un eone: nel frattempo però, Campbell Kneale è stato toccato dallo spirito, ed il raggio assordante del furor di Dio lo ha spazzato galassie lontano dalla verde Nuova Zelanda, fino ai piedi del Padre Eterno, proprio nel posto dove ha potuto pronunciare il suo Discorso alla Montagna.

"Our Love Will Destroy the World" è il resoconto delle Beatitudini attraverso il calvario della vita, qualcosa che profondamente, intimamente, scuote la coscienza, piegandola ad una rassegnata e doverosa riconsiderazione del circostante.
Un disco difficile, una specie di catastrofe rock, che tra mandate di percussioni drammatiche distende venti senza corpo, restituendoci il cuore a pezzi. Senza materia quando suona aperto se pur dubbioso (come l'uomo), ma infinito, irraggiungibile e sconvolto davanti  alla eternità celeste delle sue chiuse noise.

Si, è possibile che la nostra anima sia nuda come tra le schiere di angeli, ma ciò non prima che ciascuno si affardelli l'onco della sua croce, come nei sette minuti e rotti di “Heavens Flaming Horse” il Padre Nostro dentro il puro coma metallico, qualcosa di confuso e spasmodico che anticipa la perdita e preconizza l’aldilà oltre l’ultimo battito. Chissà se non ci saranno le Beatitudini (come nel capolavoro di “55,000 Flowers for the Hero”, dove l’incenso dei feedback si libra sulle chitarre power metal, crocifissione da un quarto d'ora, dolorosa riflessione sul transeunte, in salita verticale fino al punto di discesa nel requiem conclusivo, tra spasmi, urla e compressa rassegnazione arpeggiata; la perfezione), chissà se il corpo è davvero il nostro confine, e beati coloro che lo sanno, perchè questo è la fede, per loro con “Lay Thy Hatred Down”, si spalancheranno i cancelli e l'aria angelica spirerà dalle trombe d'oro: gli altri abbiano un terrore infinito, perchè nessun viaggio sarà davvero sicuro.
Quella unica trasgressione non rassicurerà con un domani senza tempo ma neppure ci potrà del tutto sconfiggere, almeno fino alla morte, dunque anche la risposta di Kneale è l'incertezza, un dramma di dolente potenza:  “Our Love Will Destroy The World”, ogni amore senza Dio, una futura morte:  o ritorneremo come soldati nelle sue schiere, o arsi nell'eterna fiamma.

Un opera che le parole possono solo infangare.

Un disco così altissimo da rimandare alla perfezione Michelangiolesca del dettaglio, così distante da ogni giudizio di valore come l’incontro tra il dito mortale e il proteso braccio di Dio.

Una sezione d’infinito.

 

Birchville Cat Motel - Our Love Will Destroy the World, PseudoArcana New Zealand, 25 Febbraio 2006.

1. "Heavens Flaming Horse" (7:02); 2. "55,000 Flowers For The Hero" (15:51); 3. "Lay Thy Hatred Down" (3:18); 4. "DoubleCascade Mini Fantasy" (5.04); 5. "Our Love Will Destroy The World" (11:28)

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