"Homogenic" era l'album che fece uscire nel 1997, spiazzando tutti: dopo i gossips di tormentate storie amorose finite male, di tentativi di omicidio all'artista ad opera di fan pazzi, ci si aspettava un ritorno sulle scene piuttosto fiacco e modaiolo dopo l'inarrivabile "Post", uno dei capolavori assoluti dell'artista islandese. E invece non fu così... "Homogenic" era un album così semplice, quanto complesso da divenire un nuovo capolavoro: canzoni bellissime, come dimenticare infatti punte di diamante di tutta la produzione Bjorkana contenute in quell'album come "Jòga" o "Bachelorette", o ancora "Hunter"?
Questo è un Ep pubblicato dopo la realizzazione dell'album contenente le tre parti dell'ultimo singolo tratto, il danzereccio e allegro, quanto bellissimo "Alarm Call". Un Ep che raccoglie una panoramica delle versioni che caratterizzano il pezzo, dimostrandosi i migliori rifacimenti dell'epoca "Homogenic": se i remix di "Jòga" e "Bachelorette", seppur riusciti, non riuscivano a distaccarsi dalla struttura della canzone, con "Alarm Call" si ha più possibilità di sperimentare, forse proprio per il suo tessuto danzereccio: Vengono chiamati a raccolta nomi illustri come i Matmos, Beck, i Daft Punk e il fidato Mark Bell, che storpiano, distruggono, rendono ancora più ballabile il pezzo con risultati spesso sublimi.
Il "Radio Mix" di Mark Bell è una versione molto più techno e pompata, che risulta più famosa addirittura dell'originale, poichè è stata la versione utilizzata nel videoclip musicale e diffusa nelle radio, e riesce persino a superarla, nonostante la scelta puritana di tagliare quel "Fucking" del testo. Il remix ad opera dei Matmos (Rhythmic Phonetic Remix) è forse il più bello, imballabile, ma astuto e che si fa riascoltare più volte, anticipando l'idea che starà alla base del capolavoro assoluto di Bjork, "Medùlla" del 2004, ovvero voci che diventano ritmi, sospiri che diventano battiti, ad accompagnare la bellissima voce della cantante che si scatena su una base quasi orgasmica. Beck, grande fan di Bjork, nonchè eclettico e struggente artista di opere deliranti come "Odelay" o "Mellow Gold", smonta completamente "Alarm Call", togliendone la struttura dance e rendendola caraibica con un theremin spettrale e ritmi allegri. Il risultato è davvero godibile. I Daft Punk, invece, come ci si aspettava, esagerano nell'utilizzo dei ritmi dance, trasformando "Alarm Call" in un pezzo da discoteca truzza, tuttavia il risultato assai riuscito. Questa volta, l'unico a non centrare il segno è, invece, inaspettatamente Mark Bell: dopo splendidi remix per le canzoni di "Post", delude con le versioni "Gangsta" e "Phunk You", in cui praticamente rovina la bellissima voce di Bjork rendendola techno, sorprende invece con la versione "Locked", in cui i ritmi sono resi quasi come una slot machine impazzita e la voce dell'islandesina non manipolata o ritoccata.
Il risultato è un Ep molto eterogeneo e ricco di idee, da acquistare assolutamente se si ha amato alla follia "Homogenic" e l'elettronica che osa, senza pudore. Davvero, un passo interessante nella carriera dell'artista.
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