La frenesia del mondo moderno sta rendendo molti individui incapaci di provare emozioni profonde, dettagliate, in particolare con la musica (o più in generale l'arte) tutto necessita di essere veloce, rapido, usa-e-getta, concedetemi il termine Fast Music, ovvero piattume musicale confezionato ad arte per l'ascoltatore medio, che probabilmente non ha mai ascoltato un album per intero e non riesce a reggere canzoni della durata superiore ai cinque minuti senza fare zapping col proprio Ipod.
Bene, se questo non è il vostro tipico approccio nei confronti della musica, continuate pure la lettura.
Bjork: l'artista islandese è ormai conosciuta per essere quella "intellettuale", complicata che se disprezzi vuol dire che ne capisci ben poco, mentre se sei suo fan allora sei di una casta superiore, sì che te ne intendi!
Neppure stavolta si smentisce, "Biophilia" è uno dei dischi più difficili che mi sia mai capitato di ascoltare, forse è ancora più inascoltabile (concedetemi il termine) di Medulla: tra gli ingredienti principali (tralasciando le app per Ipad, sono solo un contorno non indispensabile, anzi) abbiamo la voce istrionica di Bjork, affaticata un po' dall'età un po' dai recenti problemi alle corde vocali, continua a dare il meglio di sè: è sorprendente, dinamica ed incredibilmente espressiva, impreziosita ancor di più dai cori che la circondano continuamente in "Biophilia".
L'arpa di Moon ipnotizza all'istante, come i suoni del Gameleste in Crystalline, Thunderbolt e Cosmogony hanno dei cori incredibili, Virus è rilassante, tranquilla, sembra di essere agli esordi di Gling-Glò, infine Mutual Core presenta un ritornello esplosivo, in sintonia con la natura maestosa che vuole descrivere nel disco.
Bisogna dire che "Biophilia" suona davvero bene nel suo complesso, non ci sono pezzi immediati che colpiscono subito, non è qui che troverete una nuova Hyperballad, ma tutti insieme creano un'atmosfera eccezionale, cupa, misteriosa e intima, ci si sente quasi in colpa a interrompere il disco, spezzando così l'incantesimo: ogni traccia ha un proprio unico suono, per ognuna sono stati costruiti strumenti specifici ed innovativi, ma nessuna stona con le altre, in tutto dieci, un bel numero, quasi a sottolineare ancor di più l'unità e la coerenza dell'opera.
"Biophilia" non si lascia ascoltare facilmente, anzi dopo un paio di ascolti difficilmente vi sarà rimasto in testa qualche pezzo, il consiglio è di non abbandonarlo, ascoltarlo il più che si può (con un impianto di qualità, non con le prime cuffiette che vi capitano sotto mano), piano piano crescerà dentro di voi.
Sempre che siate disponibili verso un tipo di musica che definisco "superiore", ma non voglio sentirmi dare dello snob pseudo-intellettuale: a Bjork non interessa più vendere dischi, essere mainstream, è completamente fuori da questi meccanismi perversi.
Bjork è la sua terra, l'Islanda, fredda e ostile in apparenza, ma esplosiva e passionale nel profondo.
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