Ricordo che Björk in un'intervista rilasciata dopo l'uscita di questo disco consigliava di guardare le copertine e leggere attentamente i testi di tutti i suoi album da solista per capire le tappe del suo percorso professionale e di vita.
In effetti l'immagine nella copertina di questo album contrasta fortemente con quella dei primi due. Björk è una guerriera che sembra dover difendere la bambina timida che invece appare in Debut o la ragazzina con lo sguardo maliziosamente seduttivo di Post.
In Homogenic sembra cristallizzato il momento di consapevolezza e rinnovamento che emerge dopo una grande sofferenza.
Quali sono le cause di questa sofferenza non lo sappiamo: forse una delusione amorosa oppure l'essere uscita dal suo mondo cosí ovattato, dal suo paese (Björk è infatti ormai famosa in tutto il mondo quando esce questo disco).
Non è un caso che il disco si apra con Hunter "I'm going hunting / I'm the hunter... (you just didn't know me)..." chi è l'interlocutore? Chi semplicemente non la conosceva?
Forse lei stessa non si conosceva, era immatura: "How could I be so immature / to think he would replace / the missing elements in me..." ora sa di poter trovare la forza, quei "missing elements" solo in se stessa.
Da questo percorso interiore esce un disco difficile di grande sperimentazione sonora e vocale. Diciamo che Homogenic è per Björk un passaggio obbligato per arrivare in Vespertine a quella donna che è talmente sicura di sé e del suo fascino da non avere piú neanche bisogno dei colori.
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